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Penso che a questo punto serva anche un po’ di equilibrio e di onestà da parte nostra nei giudizi. Aprire bocca soltanto per distruggere un gruppo di giocatori giovani e che non tirano certo indietro la gamba sfiora la vigliaccheria, se posso permettermi. È bello avere la possibilità di esprimersi ma farlo tanto per dar sfogo alle nostre frustrazioni ci darà soltanto un beneficio momentaneo e avremo fatto invece molti danni alla Fiorentina.
Sapevamo che questa squadra non era perfetta e che era molto giovane (e le volte che ci siamo fatti raggiungere dipende molto dalla mancata esperienza). Cercare a tutti i costi il capro espiatorio non serve a niente, anche perché noi tifosi, che spesso pensiamo di saperne più degli addetti ai lavori, non azzecchiamo spesso i nostri obiettivi: vedi Alonso, Biraghi ecc. presi di mira come i peggiori giocatori al mondo.
Adesso è la volta di Simeone, a cui non arriva mai un pallone basso dal fondo, i suoi preferiti, e di cui in ogni partita vediamo anche errori che non ha commesso (ieri il pallone, dopo aver battuto in terra, è schizzato all’altezza del fianco e non era certo controllabile, basta rivederlo a velocità naturale e senza pregiudizi e ci accorgiamo quanto è stato offeso gratuitamente).
Nessuno è contento della classifica ma quest’estate eravamo tutti d’accordo sulla campagna acquisti. Chi poteva immaginare che Piaca, Mirallas e Vlahovic sarebbero stati così poco? Adesso cerchiamo di non mettere altra tensione in giro perché la squadra e giovane e abbattuta, manca anche un pizzico di fortuna e ci sono tutte le condizioni per non tirarci più fuori da questa situazione. Firenze è eccezionale ma in questi casi è tremenda.
Ricordiamoci che in un calcio in cui arrivano fondi d’investimento e proprietà straniere, e in cui comandano le televisioni e gli sponsor, non è più il tempo di sognare, purtroppo. Chiamatela pure accettazione della mediocrità, è solo la realtà. Se ci sarà la possibilità di avere una proprietà più passionale e che investa di più (ma ditemi dov’è) sarò il primo a gioire.
Ripeto: non anteponiamo pulsioni pericolose al ragionamento, altrimenti dimostreremo, come diceva il grande Monni, che “la società ci ha dato poco, ma noi s’è dato ancora meno“.
di Fabio Innocenti

Di
Redazione LaViola.it