Ricordate lo spettacolo (indecoroso ad avviso mio e di altri, come Flachi, che lo stigmatizzò su questo sito) della squadra che, a match ancora in corso e sotto nel risultato, applaude l’ultima uscita dal campo di Gonzalo? Quella è la foto esatta della Fiorentina alla fine della scorsa annata. Una compagine molto unita nello spogliatoio, sì… ma unita contro o comunque a dispetto della società.
Quanto Sousa ci abbia messo del suo nel creare questa antitesi non ci è dato saperlo, ma a molti la frattura pareva evidente anche prima di quel “terzo tempo” anticipato (mentre la squadra stava perdendo in casa).
Così, se l’anno prima erano tutti incedibili (“manterremo tutti i più forti”) quest’anno tutti hanno un prezzo (e visto il recente rendimento delle nostre “stelle” non mi scandalizzo neppure più di tanto). E qui arrivo al punto.
Non so a voi, ma a me lo scorso anno molte “bandiere” mi sono parse un po’ troppo convinte che l’amore di Firenze nei loro confronti fosse, come dire “a prescindere”; un fatto affettivo molto più che tecnico: una foto, un tatuaggio, una frase ad effetto sui social ma poi un intero anno passato al piccolo trotto in campo (salvo contro gli squadroni, quasi tutti battuti o messi comunque in difficoltà, riservandoci invece prove inguardabili contro le ultime in classifica).
Ecco, credo che alla società questa facile ruffianeria nei confronti della tifoseria, ben poco suffragata da vera e costante dedizione in campo, sia andata davvero molto di traverso. Allora, al di là della pur evidente convenienza economica delle cessioni in atto, credo che anche il termine “epurazione” non sia poi così inadatto a descrivere gli attuali movimenti del mercato viola.
Personalmente non giudicherò le (per altro al momento solo eventuali) cessioni, fin quando non conoscerò anche gli acquisti. Di certo però, se in generale non mi hanno mai convinto i piagnistei di “povertà” dei Della Valle, tantomeno mi commuovono i giuramenti d’amore eterno, i lacrimoni di fine avventura o le coordinate di Ponte Vecchio tatuate su un braccio di questi ragazzotti che si ricordano d’essere professionisti molto più facilmente di fronte ad un prolungamento di contratto che di fronte al Palermo!
L’amore (ed il vero rispetto) per la maglia e per la città si dimostrano, da una parte e dall’altra, in ben altro modo. Si dimostrano con una vera campagna di rafforzamento, dopo anni di austerity, per la dirigenza e con 38 battaglie l’anno (coppe escluse) per i giocatori.
Il resto sono chiacchiere. E non interessano più a nessuno, o quantomeno non interessano a me.
Forza Viola
di Paolo Nofri
Di
Redazione LaViola.it