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Articolo del tifoso: La Villa

Nel nostro quartiere c’è una bellissima Villa. Sapete, una di quelle case antiche con decine di stanze, che apparteneva a una nobile famiglia e da sempre sta lì, in quella che una volta era campagna e ora è periferia di grande città. Un monumento si potrebbe dire. Noi siamo cresciuti con lei a segnare il centro della nostra comunità, a garantire che sì, anche noi abbiamo il nostro pezzo di storia ludica, assieme a tutti gli altri più austeri, a inorgoglirci. I suoi giardini sono sempre rimasti aperti a tutti. Lì abbiamo giocato, litigato e quando siamo cresciuti spesso ci abbiamo anche fatto all’amore. Nel giardino, non con il giardino, eh.

Per quanto possa sembrare strano, anche gli interni sono sempre rimasti aperti. Negli anni i proprietari che si sono succeduti hanno sempre fatto in modo che le porte restassero spalancate. In realtà hanno dovuto lasciare aperto, credo per un’antica clausola contrattuale, cioè, chi ha il possesso momentaneo della Villa deve comunque garantirne la fruizione ai cittadini del quartiere altrimenti nulla, niente Villa.

Negli anni abbiamo visto di tutto: ricchi sfondati che hanno fatto il possibile per mantenere la Villa bella e godibile dentro e fuori, alternati a meno ricchi che sono riusciti a malapena a mantenere il numero minimo di dipendenti necessari alla sua sopravvivenza. Ah, non ve l’ho detto. Nella Villa lavora un sacco di gente per far sì che le sue bellezze e i suoi passatempi restino fruibili. C’è di tutto: dall’amministratore all’imbianchino, tanti giardinieri ma anche professionisti e artisti, pittori, musicisti, acrobati, tutta gente stipendiata dal proprietario e da noi, che ogni anno versiamo quel che possiamo.

Anche per questo consideriamo la Villa molto più nostra che del proprietario di turno, che a volte arriva pure da lontano o comunque non è del quartiere e ci conosce poco e male. Il penultimo per esempio era figlio di uno di noi, ma era nato altrove. Va detto che era un po’ scapestrato e ha buttato un sacco di soldi per far divertire lui e noi con lui. Ha talmente esagerato ad assumere artisti, clown e giostrai invece che ragionieri, contabili e muratori, che alla fine è fallito. Brutti momenti quelli. La Villa fu messa all’asta e quando sembrava tutto perso (le banche se la sarebbero mangiata per spianarla e farci un centro commerciale) un altro straniero, anzi, una coppia di fratelli stranieri la comprò per pochi milioni. Salvi! La Villa restava aperta!

All’inizio non fu semplice per i nuovi proprietari e per noi. Abbandonato all’incuria sotto la neve e senza neanche un dipendente, l’immobile in effetti era così messo male che tutti uniti dovemmo ristrutturarlo da capo a piedi. Dopo pochi anni e tanta fatica però la Villa è tornata a splendere come ai vecchi tempi. No, scusate, non proprio come ai vecchi tempi. Diciamo che i nuovi proprietari hanno adottato un sistema di gestione più “asettico”, per cui i vecchi tempi sono solo un ricordo e, per esempio, la stanza dei trofei non viene più aperta da anni. Diciamo che se da un lato non si rischia un altro fallimento, dall’altro i bravi artisti latitano e di cose belle e divertenti se ne vedono sempre meno.

In effetti sono strani questi proprietari. Intanto non dormono mai in Villa, anzi, ci vengono pochissimo e non parlano con nessuno. Spesso però litigano con qualcuno degli artisti più amati (da noi) e spessissimo rompono male i rapporti proprio con il loro delegato ai divertimenti, boh… A volte, quando andiamo in Villa e sappiamo che i fratelli sono dentro, loro non scendono neanche per salutare. Dice che sono sempre impegnati ma, insomma, anche solo per educazione un saluto lo potrebbero dare, no? In pratica col tempo hanno lasciato tutta la gestione in mano a degli amministratori che curano all’inverosimile la contabilità, ma non spendono un euro in più per la bellezza e gli artisti. Piuttosto in avvocati. Così facendo i giardini e le stanze si sono pian piano svuotati. Molti di noi hanno proprio smesso di sentirsi a casa e non ci vanno praticamente più, come dargli torto? Se ogni volta che quelli vengono qui hanno il broncio e spesso trovano anche da litigare, come si fa a sentirsi accolti?

È vero, qualcuno di noi per protesta ha pure sporcato i muri, cose che non si fanno, ma si tratta di ragazzi, una manciata di persone che ama la Villa come e più della loro madre. Vanno capiti, ascoltati e convinti, invece no, quelli se ne stanno lontani oppure si chiudono nelle loro stanze, e più quelli protestano più i proprietari si nascondono. Adesso pare che la Villa sia di nuovo in vendita, mah… Io non ci credo, i miei concittadini però si dividono tra chi spera che restino loro e chi spera arrivi qualcuno con un po’ più voglia di partecipare e distrarsi assieme a noi.

Chissà come andrà, di certo, se continuano così, il rischio è che alla fine in Villa ci restino loro con i ragionieri, gli avvocati, una manciata di artisti sconosciuti e, in giardino, quelli tra di noi, sempre meno, che ancora li appoggiano (sopportano?) per paura del futuro. La nostra Villa meriterebbe di più, molto di più.

di Luca Pagnini

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