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Articolo del Tifoso: Fiorentina Pirandelliana

Dalla parte dei tifosi. La redazione di LaViola.it, con questa rubrica, dà la possibilità a tutti gli utenti di esprimere la propria opinione e veder pubblicato il proprio pezzo.

I lettori potranno così scrivere una articolo sulla Fiorentina secondo l’ottica del tifoso e non del giornalista. Vi ricordiamo che gli articoli per essere pubblicati devono essere firmati, autorizzati e non riportare contenuti offensivi!!!

Come possiamo intenderci se nelle parole ch’io dico metto il senso e il valore delle cose come sono dentro di me; mentre chi le ascolta, inevitabilmente le assume col senso e il valore che hanno per sé, del mondo com’egli l’ha dentro?”. Questa frase è tratta del dramma più famoso di Pirandello “sei personaggi in cerca di autore”.

Nell’opera Pirandelliana, l’autore vuole mostrarci l’arte del teatro in tutte le sue sfaccettature, dalla sua essenza fino ai suoi limiti. Tutto inizia con sei attori che si trovano a dover rappresentare un opera priva di forma in cui sei personaggi rimasti incompiuti devono affrontare lo stesso dramma.

Man mano che lo spettacolo va avanti, vengono fuori tematiche importanti quali appunto la forma incompleta del dramma, l’incapacità dei personaggi di comunicare e quindi di farsi intendere, ma soprattuto il modo in cui l’autore ha abbandonato gli attori rendendoli di fatto gli unici interessati alla loro storia.

Molto probabilmente, Luigi Pirandello si rivolterà nella tomba nel vedere la sua opera principale paragonata alla situazione che sta vivendo la Fiorentina in questi ultimi anni, ma anche lui in cuor suo dovrà ammettere che l’esempio calza a pennello.

In quel di Firenze, si respira un aria pesante da quando l’autore di questo spettacolo tinto di viola (Diego Della Valle), ha deciso di mandare in scena gli attori affidandogli l’incarico di rappresentare al meglio la sua opera incompiuta. Forse è meglio lasciar perdere Pirandello.

Del resto ci pensa già il buon Corvino a trovare i giusti paragoni. Ci terrei però ad esprimere un mio pensiero riguardo a questa società e al suo modo di operare, senza voler apparire troppo presuntuoso.

Partirò da colui che in teoria dovrebbe essere il punto di riferimento per eccellenza, Diego Della Valle. Io mi chiedo come può un uomo della sua caratura sociale, lasciare che una società importante come la Fiorentina passi dall’essere un suo alleato verso la “conquista di Firenze”, al diventare un giocattolo di cui si è annoiato e per questo motivo ha deciso di lasciarlo nelle mani di suo fratello minore.

Non me ne voglia il buon Andrea, sia chiaro, io apprezzo molto gli sforzi che fa per apparire interessato al mondo del pallone nonostante sia palese che non sia materia che gli compete. Sono poche le volte in cui decide di rilasciare dichiarazioni e quando capita, riesce a creare più confusione che altro.

Magari sia lui che Corvino dovrebbero imparare a giocare in anticipo, sia nel comunicare le cose giuste che nel portarsi avanti con le trattative. Sono altre le cose di Andrea che non riesco a digerire…..per parlare di conti piuttosto che farsi aiutare da gente che mastica calcio e che saprebbe quanto e dove investire ma soprattutto quando e come comunicare.

Prendiamo per esempio Antognoni. Perché gli facciamo prendere la polvere in tribuna? Perché limitiamo il suo vocabolo in “ottimo acquisto, tutto va bene, la società è sempre con noi”?

Perché non chiediamo a lui quale sarebbe l’incarico che più lo gratificherebbe? Sarebbe un gesto apprezzato e utile alla crescita di questa società. La Fiorentina non ha bisogno di spendere centinaia di milioni per tornare a confermarsi ad alti livelli, la Fiorentina ha bisogno solamente di gente più competente quando si parla di calcio.

Lasciamo nell’ombra chi fa calcoli e parla di plusvalenze e fatturati, perché queste cose anche se sono sicuramente utili, non fanno ne crescere la passione ne danno stimoli.

Un’ultima cosa, ultimamente va di moda criticare ogni mossa della società, che si tratti di mercato, di una decisone di marketing o di una comunicazione riguardo lo stadio, l’importante è criticare e sminuire.

A me non piace questa nuova tendenza di alcuni “tifosi”, perché se è vero che le critiche fanno bene, è anche vero che quando non sono giustificate da motivazioni valide, diventano ripicche sterili.

In tutto questo discorso non ho voluto chiamare in causa la buon anima di Astori, perché sono dell’idea che il suo nome non debba essere usato come scusa per mettere pressione alla società o addirittura per rinfacciargli qualcosa.

Detto ciò, voglio concludere augurando buona fortuna alla nostra Fiorentina e al mister che anche se si trova a guidare una squadra ancora incompleta, è pieno di giovani talentosi, pieni di entusiasmo e di voglia di mettersi in mostra.

FIRMATO: Enrico Messeri

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