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Articolo del Tifoso: Il nuovo corso di Pantaleo Corvino
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Nel calcio è sempre poco appassionante parlare di dirigenti, conti, bilanci, strategie societarie e cose del genere, ma, ogni tanto, quando i risultati ci sono ed le giocate esaltano, bisogna chiedersi da dove venga quella squadra, chi l’ha messa in piedi e a quale prezzo.
Qui da noi l’artefice, è chiaro, si chiama Pantaleo Corvino, richiamato d’urgenza dalla proprietà dopo un primo tentativo di fare meglio senza di lui, risultato poi vano.
Ma il Corvino che è tornato a Firenze dopo la gestione Pradé è molto diverso da quello che c’era stato prima.
Ricorderete cosa fu costretto a fare negli ultimi anni della gestione precedente, nella fase del dopo Prandelli, per intenderci. Fu costretto a fare il frontman della società e della squadra, a tenere vere e proprie conferenze stampa o manifestazioni pubbliche, e spendere la sua credibilità per sostenere situazioni di crisi tecnica e sportiva, al tempo di Mihailovic e di Delio Rossi. La squadra era reduce dalla smobilitazione post prandellina, e Corvino si dispose ad esserne il garante, in virtù di una credibilità guadagnata a suon di buoni acquisti e di buoni piazzamenti. Tuttavia, come spesso accade, la fase di ridimensionamento non generò sentimenti benevoli, e Corvino fu costretto a lasciare, alla vigilia di un nuovo tentativo della società di puntare in alto.
Il nuovo tentativo lo si fece affidandosi a Pradé e Macia, e passò per acquisti molto dispendiosi, da Mario Gomez (il più costoso di sempre) a Pizarro, Pepito Rossi, Borja Valero, Joaquin, Aquilani, Cuadrado, Gonzalo etc… Ma, anche per via di qualche infortunio di troppo, non si andò oltre una finale persa in Coppa Italia e qualche piazzamento in Europa League. Investimenti in grande per rimanere allo stesso stato di prima, e con in più alcuni grossolani errori di gestione di trasferimenti importanti, come quello di Salah preso, lanciato e perso per contratti fatti e/o scritti male, o Milinkovic Savic, quasi preso, già a Firenze, ma poi partito immediatamente per Roma, Berdardeschi con contratto non rinnovato per tempo ed addirittura invitato da Paulo Sousa a guardare altrove per la propria carriera.
A questo punto i Della Valle si saranno fatti due conti, tantissimi soldi spesi per ottenere quello che Corvino costruiva con molto meno e senza tanti errori, e lo hanno rivoluto a Firenze, richiamato d’urgenza da Bologna.
Ma il nuovo Corvino, forte dell’esperienza pregressa e di una buona conoscenza di persone e cose, questa volta non si espone per niente. Credo che l’abbia chiarito prima di tornare, “io faccio il mio, ma non faccio più il capro espiatorio per nessuno”. Parla solo quando è necessario. Fa parlare i fatti. In regime di pieno autofinanziamento ed in situazione di aperta avversione ambientale, ha messo in piedi una squadra di tutto rispetto, capace probabilmente di eguagliare i risultati delle precedenti e di andare anche oltre.
A parte la fortuna di aver avuto dal proprio vivaio un gioiello come Chiesa, ha costruito tutto il resto con meriti assolutamente suoi. Calciatori assolutamente sconosciuti o poco considerati sono oggi i più ammirati nel loro ruolo. Praticamente non c’è un titolare di questa Fiorentina che non riscuota l’ammirazione generale e netta degli addetti ai lavori. Milenkovic è con Skriniar il miglior difensore giovane della serie A, Pezzella tra i più autorevoli, Biraghi il miglior terzino sinistro, uno dei pochi capaci di mettere palloni validi dalla sua fascia, Veretout tra i migliori nel suo ruolo, Benassi, Hugo e Lafont crescono di domenica in domenica, e Muriel è… Muriel. Forse l’unico che non ha dato ancora i frutti sperati è Simeone, considerato da tutti un acquisto sicuro e, perciò, destinatario ancora di credito e fiducia. Per contestare Corvino oggi bisogna puntare il dito sui giocatori di contorno presi a poco prezzo ma, francamente, viene difficile giudicare lo Chef per i contorni.
La verità è che Pantaleo Corvino, risulta, oggi, ancora più rassicurante di prima, perché si limita a fare il proprio e punta solo a far parlare i risultati, che piano piano stanno arrivando.
Francesco Germano