
La lentezza di Sousa nel vedere la disposizione della propria squadra, i punti deboli degli avversari, nelle decisioni che contano. A tavolino durante la settimana è bravissimo. Prepara le partite come pochi in Europa, ma se qualcosa va storto le contromisure sono troppo a scoppio ritardato.
Dopo venti minuti di partita si era capito che Bernardeschi non c’era. Capita. Nessun dramma. All’intervallo doveva esserci la contromossa: e non c’è stata. Non sta a me dire quale doveva essere (mica prendo euro per decidere!). Ma in dieci contro undici a Napoli è pura follia.
E anche aspettare un tempo (sofferto) contro il Chievo per capire che un difensore in più poteva fare la differenza… Ma l’abbiamo vinta! Sì, grazie ad un regalo di Dainelli.
Con questo vorrei ribadire che la Fiorentina sta tornando a giocare forse il più bel calcio mai visto in Italia, ma a calcio si vince anche per una simulazione in più, per una perdita di tempo ad arte, per un ammiccamento innocente all’arbitro.
Impariamo dai primi della classe in queste materie e facciamone tesoro, perché stasera brucia, eccome se brucia la sconfitta.
di Pier Filippo Piombini

Di
Redazione LaViola.it