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Arthur oltre il compitino: deve essere determinante nel gioco della Fiorentina

Il brasiliano riprende da dove aveva lasciato, ma con il pieno di energie visto che era arrivato in riserva alla gara di San Siro

Arthur discreto impatto, Arthur che deve incidere di più, Arthur a cui più di altri non è concesso di sbagliare. Arthur che a breve avrà in Maxime Lopez l’alter-ego e a sua volta lo diventerà. O, magari, in qualche occasione giocheranno insieme nella versione di Fiorentina col doppio regista. Scrive il Corriere dello Sport-Stadio.

Corrisponde a tutto quello che si dice finora sul conto dell’ex Juventus ed ex Barcellona nelle cinque presenze in maglia viola. Con risultati personali abbastanza altalenanti tra cose buone e difetti che si potevano mettere in preventivo. E anche per questo la partita di domani contro l’Atalanta è per lui un esame indicativo.

RENDIMENTO

E allora tocca di nuovo ad Arthur dimostrare di poter essere il playmaker giusto per il gioco viola. Nelle geometrie lo è di sicuro, grazie a qualità tecniche rilevanti e spiccato senso della posizione. Mentre in incisività ha ancora molto da far vedere mancando – almeno finora – della verticalizzazione e del passaggio smarcante. Che invece sono prerogative essenziali per lasciare il segno oltre il compitino fatto bene quanto si vuole, però sempre compitino rimane.

Di sicuro il 27enne centrocampista brasiliano si è calato nella nuova realtà e nella nuova esperienza con lo spirito giusto. Mettendosi subito a disposizione di allenatore e compagni. E ricevendo in cambio uguale fiducia come testimoniano tutte e cinque le partite disputate tra campionato e playoff di Conference League (per un totale di 388’ minuti con tre sostituzioni avute).

E non soltanto. Perché finora non c’era un’alternativa, ma per merito e per caratteristiche che ben si sposano con quanto ricerca Italiano da chi interpreta quel ruolo. Adesso comunque l’alternativa c’è e Arthur sa di dover aumentare i giri del proprio motore e con essi il contributo spicciolo all’azione. L’assist a Duncan per il momentaneo 2-0 al Lecce, come unico sigillo al rendimento tra Italia ed Europa, va considerato solo un buon punto di partenza.

INCISIVITA’

Anche perché c’è l’altra faccia della medaglia. Si parlava del ruolo da playmaker: delicato, si sa. E il pallone perso a San Siro contro l’Inter, da cui è scaturito il cross di Dimarco per il gol di Thuram, ne è la riprova inequivocabile. Più sale il livello, più si restringe il margine di errore concesso.

Infine, ma non ultimo per ordine di importanza, un’altra richiesta ad Arthur. Proprio per il tipo di gioco della Fiorentina fatto di possesso palla e di controllo dell’azione con percentuali quasi sempre superiori a quelle dell’avversario, qualunque sia, è quello di riuscire a muovere il pallone stesso con velocità e precisione.

Questo per evitare l’intercetto e le conseguenze non di rado appena ricordate. Sempre la tecnica glielo permette, la velocità di pensiero anche. Poi, quando ci sarà Maxime Lopez, si dividerà le responsabilità con il francese.

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