Il brasiliano si gestisce per allontanare gli infortuni, sul campo sembra giocare con Italiano da sempre. E poi la punta: un lavoro in stile Vlahovic
E’ bastata una partita per capire come mai Vincenzo Italiano abbia insistito tanto per avere Arthur e Nzola. Qualità, palleggio, personalità, gestione dei diversi momenti della gara, attacco alla profondità, difesa del pallone. Quanto visto a Marassi non è altro che la conferma del fatto che la Fiorentina avesse bisogno di due calciatori così, scrive il Corriere Fiorentino.
REGISTA. Prendiamo l’ex regista di Barcellona, Juventus e Liverpool. Alla prima ufficiale con la maglia viola, il brasiliano è parso giocare in questa squadra da sempre. Una prestazione praticamente perfetta confermata dai numeri. Arthur infatti ha giocato 91 palloni (soltanto Biraghi con 113 ha fatto meglio), ha completato 68 passaggi (anche in questo caso primeggia il capitano con 72) con una percentuale del 91% rispetto a quelli tentati e, particolare da non sottovalutare, ha effettuato ben 6 recuperi (solo Kayode con 9 meglio di lui). Costruzione, quindi, ma anche un gran lavoro in fase di non possesso, nel quale sfrutta la sua innata capacità di «lettura». Novanta minuti insomma, son bastati ad Arthur per rivelarsi fondamentale e, probabilmente, insostituibile. Italiano lo sa, e non a caso assieme al suo staff lo sta gestendo con una cura quasi maniacale. L’obiettivo, visto il recente passato, è preservarlo il più possibile da qualsiasi tipo di infortunio. Chi conosce il brasiliano assicura di non averlo mai visto così attento alla cura di sé. Dentro, e fuori dal campo.
HABEMUS CENTRAVANTI. E poi Nzola. Ancora lontano dalla miglior condizione, e nonostante una prestazione forse non appariscente, a Marassi anche lui ha dato ragione a chi ne ha a lungo invocato l’acquisto. Mai, tanto per esser chiari, Cabral o Jovic avevano offerto un contributo così: è stato primo per indice di verticalità (fondamentale per allungare la squadra), e primo per pressione ricevuta dagli avversari e per occasioni (2) create. E poi ancora, ha completato tutti i passaggi tentati: 12 su 12. Traduzione: difesa del pallone spalle alla porta, e appoggi giusti per far salire i compagni. Roba che non si vedeva dai tempi di Vlahovic.

Di
Redazione LaViola.it