Parla così Arrigo Sacchi alla Gazzetta Dello Sport: “Da dove deve ripartire il nostro calcio? Si deve mettere il pallone al centro del campo. Dopo anni di oscurantismo calcistico, l’Italia ha il dovere di darsi uno stile. Di gioco, prima di tutto. Ma anche culturale. Sarà mai possibile che da noi il calcio sia ridotto soltanto al verbo “vincere”. D’accordo, la vittoria è importante, però una vittoria senza merito che cosa vale? Nulla. Si deve raggiungere il traguardo attraverso valori come il coraggio, l’armonia, la bellezza. Altrimenti i successi resteranno isolati. Cosa farei io? La prima: le Academies. Tutti i club professionisti devono creare le “accademie” e dare i giocatori per 16-18 ore la settimana agli istruttori federali. Ecco il primo passo. Il secondo gradino: la Federcalcio deve creare dei formatori attraverso il Supercorso di Coverciano. Terzo punto: ci deve essere un protocollo di lavoro comune a tutti i settori giovanili, come esiste in Germania dove, dopo il 2000, si sono dati una mossa e sono tornati grandi. Quarto passo, decisivo: la creazione di centri federali dove i giovani possano formarsi e, di conseguenza, migliorare. Il tutto, sia ben chiaro, con un’idea forte: il pallone dev’essere sempre al centro del progetto».

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Redazione LaViola.it