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Rassegna Stampa

Arenati nella mediocrità

Decimi. Dietro a tutte le big, ma anche a Lazio, Sassuolo, Genoa e perfino al Chievo. La Fiorentina del 2016 finora ha conquistato appena 37 punti e viaggiato a una media da 1,3 a partita. Un bottino mediocre, da metà classifica, che va ben oltre la sconfitta di Torino, gli errori arbitrali («La moviola in campo avrebbe fatto annullare il gol di Iago», ha detto ieri il capo degli arbitri Nicchi) e l’attuale stato di forma di molti dei big di Paulo Sousa.

Nello stesso periodo infatti la Juve di punti ne ha fatti 76 (più del doppio), Roma e Napoli 61, la Lazio 44, Milan e Sassuolo 42, Genoa e Chievo 41, l’Inter 39. Ce n’è abbastanza insomma per far scattare l’allarme, perché se è vero che i fatturati mettono almeno 4-5 club davanti ai viola, è vero anche che il sorpasso del Chievo (!), ma anche di Sassuolo e Genoa, impone analisi profonde.

«Siamo all’inizio — taglia corto il dg viola Pantaleo Corvino alla Rai — delle ultime 7 partite ne abbiamo persa solo una, non abbiamo carenze in organico e col lavoro faremo ancora meglio. Possiamo lottare per il quinto posto, nella mia griglia vedo favorite Juve e Napoli, poi Roma e Inter seguite dal trittico Milan-Lazio-Fiorentina. Senza dimenticare schegge impazzite come Sassuolo e Torino. Io però sono tornato per provare a vincere la piazza se lo meriterebbe». Corvino dunque scaccia via i cattivi pensieri e un po’ come Sousa, pensa positivo. Nel frattempo però i numeri raccontano che l’attacco viola si è inceppato: da febbraio a oggi Kalinic ha segnato appena 3 volte in campionato, mentre il reparto avanzato di Sousa adesso è il quart’ultimo di serie A (con 6 gol), davanti solo a quelli di Palermo, Empoli e Crotone.

Dalla sconfitta post natalizia contro la Lazio (era il 10 gennaio, ultima giornata del girone d’andata scorso), la Fiorentina ha perso il suo smalto e posizioni in classifica, senza più riuscire a ritrovare se stessa.

A primavera si parlò di mancanza di motivazioni dopo aver visto sfumare il sogno scudetto, ma visti i risultati attuali i problemi sono anche altri. Il pressing feroce di inizio anno passato, i movimenti corali, il ritmo altissimo imposto da quella Fiorentina si è dissolto nel nulla, anche i protagonisti in campo sono rimasti quasi gli stessi. Il rendimento infatti è crollato e anche qui i numeri non mentono: rispetto alle stesse giornate dello scorso campionato, la Fiorentina è la squadra che in assoluto ha peggiorato più di tutte il suo andamento. Di questi tempi un anno fa Sousa aveva dieci punti in più e volava primo in classifica, oggi invece (seppur con una gara in meno) veleggia al quattordicesimo posto e si lecca le ferite.

Diciotto punti contro 8, 5 vittorie contro le appena 2 di questa stagione. Un cammino all’indietro che Paulo, al di là delle parole di circostanza, dovrà provare a stoppare. Come? Qui viene il difficile, ma di sicuro serve un cambiamento. Una ventata di freschezza (anche tattica, magari affiancando stabilmente un attaccante a Kalinic) che spazzi via la prevedibilità del gioco palleggiato e rilanci pure le motivazioni di un gruppo apparso un po’ troppo scarico. Il tempo in fondo non manca e dopo la sosta anche il calendario può dare una mano: Atalanta, Cagliari, Crotone, Bologna, Sampdoria ed Empoli non sembrano avversari impossibili. L’importante sarà non affrontarli col solito piglio svogliato di chi dà l’impressione di avere poche idee e finisce con il prestarsi facilmente al contropiede avversario. Da giovedì (Sousa ha concesso tre giorni liberi) al centro sportivo ci saranno confronti e tanto lavoro tattico sul campo. L’obiettivo rilancio (oltre che dalle carezze di Pantaleo) passa dai campini.

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