Archiviare Napoli e riattaccare la spina. Iniziano le partite pesanti, già giovedì la Fiorentina può mettere scrivere un pezzetto di storia. Tornerà Cabral, Dodo sta bene. C’è bisogno del miglior Gonzalez
Uscire dal Maradona senza punti è stato fin troppo ingiusto. La Fiorentina la sua partita l’ha giocata. Dominando nel primo tempo, vittima ogni tanto del suo antico male: non essere capace di concretizzare una buona mole di gioco. Napoli svagato, molto meglio i viola. Due le occasioni importanti per Jovic, fallite davanti al redivivo Gollini. Italiano se l’è giocata con personalità, mandando in campo anche diversi giocatori che ci saranno pure giovedì. Nella ripresa il Napoli è stato diverso. La Fiorentina tutto sommato ha retto bene in difesa (messa sotto accusa nelle ultime uscite), ma ha concesso due rigori al Napoli. Uno l’ha parato Terracciano, l’altro l’ha trasformato Osimhen nel gol partita.
La squadra di Italiano ha avuto anche la forza di provare a pareggiarla. Senza fortuna e precisione. Gonzalez si è mangiato un gol (quasi) fatto, Kouame poteva far meglio all’alba del 90′ davanti a Gollini. Partita tutto sommato difficile da giudicare, in un ambiente di festa totale e dunque un po’ particolare. Archiviare e ripartire, il monito di Italiano è questo, anche perché entriamo nella settimana che porta alla prima partita pesante della stagione. La semifinale d’andata di giovedì contro il Basilea vale tanto. Praga sullo sfondo, ma prima c’è da scavalcare l’ostacolo svizzero.
Recuperare fisicamente, mettersi il vestito buono e sperare che qualche giocatore determinante attacchi la spina. Gonzalez su tutti, al ‘Maradona’ è stato lontanissimo parente di quello vero. Un passaggio a vuoto ci può anche stare, Italiano pungolerà l’orgoglio del giocatore di classe per averlo in palla giovedì sera. Dodo, uscito all’intervallo, sta bene. Nessun problema fisico per lui. E sicuramente ci sarà anche Cabral al centro dell’attacco. Il brasiliano è rimasto a lavorare a Firenze proprio per essere al meglio in Conference League.
Di
Alessandro Latini