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Aquilani oggi, Borja domani (?). Tecnica e visione da insegnare ai giovani. Voglia di creare una cantera stile Barcellona

Aquilani Borja Valero Pizarro Verona

Aquilani oggi, Borja Valero domani (?). Tecnica e visione da insegnare ai giovani. Voglia di creare una cantera stile Barcellona con due interpreti di qualità eccezionali.

Quando Alberto Aquilani venne inserito nell’organigramma della prima squadra della Fiorentina la motivazione la dette lo stesso Beppe Iachini: “Aquilani ha una capacità particolare di toccare il pallone, ci servirà molto per lavorare sulla tecnica individuale dei calciatori”. C’era una grossa lacuna nelle caratteristiche di alcuni singoli, che lo stesso Iachini sottolineò più volte: “molti calciatori qui vanno in orizzontale, al calcio si gioca andando in avanti, non lateralmente. Anche nel controllo di palla…”. Per questo Aquilani venne promosso dalla guida dell’Under 18 allo staff della prima squadra, anche per lavorare sul primo tocco del pallone. Potrebbe apparire come un’eresia doverci lavorare quando hai a che fare con calciatori di Serie A. Ma tant’è. Quindi il ritorno al lavoro sui giovani, in Primavera.

CANTERA TUTTA TECNICA. Academy o cantera, che dir si voglia, l’idea di Commisso è improntata anche al futuro. Non è un caso se il patron viola spinge con costanza sull’importanza di realizzare il centro sportivo di Bagno a Ripoli. Un luogo dove tutte le squadre giovanili possano lavorare assieme e fare un percorso condiviso che porti più calciatori possibili in prima squadra. Già ‘mentalizzati’, cresciuti col viola addosso e accanto a campioni e/o calciatori di Serie A, ma anche con una spiccata tecnica. Come anni fa fece il Barcellona creandosi in casa un modello di gioco che ha fatto la storia, il tikitaka, iniziato dal settore giovanile, in cui fin da bambini i vari Messi, Xavi, Iniesta e Fabregas dialogavano col pallone tra i piedi, giocando assieme, e vincendo tutto, per anni. Un progetto a lungo termine che però ha dato i suoi frutti. E che la Fiorentina vuole provare ad imitare.

AQUILANI OGGI, BORJA DOMANI?. Anche per lavorare, e tanto, sulla tecnica è stato scelto l’ex centrocampista viola. Se non avesse avuto costantemente noie fisiche, in quel ruolo lì, Aquilani avrebbe potuto fare cose straordinarie. Sulle qualità non si può discutere. Come per il Pek Pizarro. E come lo stesso Borja Valero. La Fiorentina, intanto, si rimette lo spagnolo in rosa, consapevole di non potersi aspettare 38 gare su 38 a livelli e ritmi che aveva quando arrivò dal retrocesso Villarreal e incantò la Serie A al fianco di Aquilani e Pizarro stessi. Oggi e per l’anno prossimo utile alternativa e risorsa in campo, e in futuro prossimo (ma neanche troppo) in società per insegnare ai giovani tecnica e visione di gioco. Il tutto è ovviamente prematuro. Ma l’idea c’è.

ATALANTA & CO. Il Barcellona ha fatto la storia attraverso questo lavoro. L’Ajax lo fa da sempre. Altri club, nel loro piccolo, rappresentano anche loro delle eccellenze. La Fiorentina è tra queste, come l’Atalanta. E stando solo agli ultimi anni sono tanti i giovani viola arrivati in prima squadra dopo essere cresciuti nelle giovanili: Chiesa, Bernardeschi, Sottil, Venuti, Ranieri, in parte anche Castrovilli e Vlahovic, passando per le promesse di domani come Dalle Mura, Brancolini e altri mandati in prestito a farsi le ossa. Sempre pochi, tuttavia, nella proporzione quantità di titoli vinti / calciatori divenuti importanti in prima squadra. Anche per questo la Fiorentina vuole lavorare sodo sul settore giovanile. Per ritrovarsi, un domani, sempre più giocatori di livello in casa, e cresciuti con l’identità viola addosso, che negli anni cambierà e crescerà. Sempre che le infrastrutture sorgano o si sblocchino, permettendo alla società di fare un ulteriore salto di qualità anche in termini di appeal. Da troppo la Fiorentina era vista da calciatori e procuratori come un punto di passaggio e un trampolino di lancio per spiccare poi il volo altrove. Nelle idee di Commisso questo concetto non dovrà più esistere. Sempre che, come detto più volte dallo stesso numero uno viola, tutto vada come deve andare. La rivoluzione nell’organigramma del settore giovanile è stata lampante e non è ancora di certo pronta per dare frutti. Il cammino è lungo. Ma la via da seguire è tracciata.

 

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