L’ex viola è indagato dal fisco lusitano per dei movimenti di denaro poco trasparenti risalenti alla stagione 2015-16 allo Sporting Lisbona
Come rivela Repubblica, c’è un’ombra attorno alla stagione di Alberto Aquilani allo Sporting Lisbona del 2015-2016. Il sospetto è che una parte dell’ingaggio sia stato pagato in modo poco trasparente. L’affaire è delicato e la magistratura lusitana ha chiesto aiuto a quella italiana per alcune verifiche bancarie.
Questa è l’ipotesi: una parte dell’ingaggio sarebbe stato pagato ad una società riconducibile alla famiglia Aquilani come “un’operazione di intermediazione” sul trasferimento del giocatore allo Sporting. Il salario di un calciatore ha una tassazione molto più elevata e quindi questa sarebbe una forma di pagamento all’atleta per aggirare il fisco.
Gli investigatori portoghesi mettono un punto interrogativo attorno all’operazione che portò l’allora trentunenne a vestire la casacca dei verdebianchi. Ci furono, infatti, movimenti di denaro opachi, vennero pagati quasi 600 mila euro — questa l’ipotesi degli inquirenti — a favore di una società che si occupa di intermediazione per il passaggio del calciatore allo Sporting. La società che ha incassato i denari è tuttavia riconducibile allo stesso giocatore e alla sorella. Ma c’è di più, in quella calda estate del 2015 Aquilani era svincolato, il suo cartellino non apparteneva a nessun club. Un centrocampista libero di andare ovunque, senza onerose trattative tra i vertici di due squadre di calcio. E allora per quale motivo bonificare una somma del genere?
Per gli investigatori portoghesi questo potrebbe essere stato, appunto, un escamotage per versare una parte di ingaggio “occulto” al giocatore garantendogli quanto richiesto e beneficiando di una tassazione meno severa. La medesima cifra versata sotto forma di un contratto regolare non avrebbe garantito la stessa quota netta in “busta paga”. Pagandogliela sotto un’altra forma evidentemente sì.
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Redazione LaViola.it