Le parole dell’ex tecnico della Primavera viola, oggi al Catanzaro: “Un duro colpo perderlo, era un punto di riferimento. Ho studiato Fabregas e De Zerbi”
Lunga intervista sulla Gazzetta dello Sport per Alberto Aquilani, ex tecnico della Primavera viola oggi al Catanzaro. Queste alcune sue parole: «Cosa ho studiato questo anno? Di sicuro non sono stato in vacanza… È stato formativo. Ho seguito molto Fabregas, il suo Como mi incuriosiva, è stato molto disponibile, mi ha ospitato. E poi De Zerbi, sono stato pure da lui a Marsiglia, è un amico: molto utili i confronti con loro».
CATANZARO. «E’ una storia che va avanti da anni. Ci eravamo già sentiti dopo la promozione se fosse partito Vivarini, poi l’anno scorso è stata una telenovela. Questo invece era l’anno giusto, è andata. Credo di aver sempre fatto i passi giusti. Dalla Primavera, pur avendo vinto tutto o quasi, non è stato facile salire in B. Oggi sono più esperto e con le idee ancora più chiare».
VIOLA. Joe Barone alla Fiorentina l’aveva battezzata come futuro allenatore viola. «È stato un duro colpo perderlo, Joe per me era più di un direttore: era un vero punto di riferimento. Aveva disegnato un progetto su di me, quindi è stata una mazzata, come aver perso un parente».
PISA. L’impatto con la B a Pisa non fu positivo. «No, lo ritengo estremamente positivo. Un salto tosto, con tante difficoltà e ne ho fatto tesoro». Lei mancò i playoff e Inzaghi, quasi con la stessa squadra, è stato promosso diretto in Serie A. «No, meglio chiarirlo: era una squadra differente. Tanti giocatori c’erano anche con me, ma a causa degli infortuni li ho potuti allenare poco».
IDEE. Adesso che calcio ha in testa? «Non sono talebano. L’idea è quella di avere una squadra che propone qualcosa, però aspetto che sia fatta e poi decideremo. Di certo oggi bisogna saper fare tutto e il coraggio non deve mancare».
Di
Redazione LaViola.it