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Approccio soft e imprecisioni davanti, rimonta a metà tra le tante assenze. Castrovilli trascinatore

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La Fiorentina non va oltre l’1-1 contro il Parma, partendo ancora una volta sotto nel punteggio. Gaetano trascina, Chiesa appannato.

Vincenzo Montella si aspettava una partita brutta, bloccata, con il Parma senza punte di riferimento pronto a colpire in contropiede. E così è stato: ospiti bravi ad imbrigliare la (lenta) manovra dei viola, pochi spunti di qualità e Gervinho pronto ad approfittare degli errori. Sia il tecnico che Pradè hanno sottolineato l’approccio soft della squadra nel primo tempo: “Non mi è piaciuto l’atteggiamento della squadra, ci è mancato furore”, ha detto Montella a fine partita, con la Fiorentina costretta a rincorrere per la seconda volta di fila. Come con il Sassuolo, la gara è cambiata anche con il cambio di modulo (stavolta dal 4-3-3 al 3-5-2, però). Tra i meriti dell’Aeroplanino per aver modificato veste tattica in corsa, e i demeriti per non aver trovato contromisure alla prevedibile impostazione del Parma, oltre ai soliti limiti nella fase offensiva.

ASSENZE. Ci sono, però, inevitabilmente da considerare le tante e pesanti assenze in casa viola. Certo, anche nel Parma mancavano Inglese, Bruno Alves e altri, ma per questa Fiorentina rinunciare a Pezzella, Caceres e Ribery (oltre a Lirola andato in panchina) non è roba di poco conto. Giocatori di esperienza, personalità e qualità. Per una squadra in via di rodaggio, mancanze che si fanno sentire. Il punto contro il Parma lascia sì l’amaro in bocca e rallenta i viola, ma bisogna anche tenere presente che in campo c’erano diversi giocatori che fin qui hanno fatto pochissima Serie A: da Ranieri a Venuti, da Ghezzal lanciato dal 1′ ai subentrati Vlahovic e Pedro. Senza dimenticare i due classe ’97 Milenkovic e Castrovilli.

IMPRECISIONI. Probabilmente qualcosa di più ci si aspettava, invece, da quelli più esperti. Da Badelj a Boateng. Il croato è tornato ad indossare la fascia da capitano, ma è incappato in un’altra serata così e così. Diverse imprecisioni, imbrigliato da un Parma che concedeva pochissimi spazi di manovra. Specie per il prevedibile giro palla viola. E poi Kevin-Prince. Prima ora di gioco da impalpabile, un colpo di testa alto nel primo tempo e poco più. Simbolo di un attacco che non ha mai trovato la fluidità e la pericolosità per creare grossi problemi a Sepe. Montella a fine gara ha parlato dei tanti tiri dei viola: sono state 15 le conclusioni verso la porta, ma appena 4 nello specchio (di cui tre centrali). Un problema che torna spesso d’attualità, vuoi per la mancanza di un centravanti vero, vuoi per l’assenza di uno come Ribery che in qualsiasi momento riesce ad accendere la luce con la giocata giusta.

SERATA NO. Con Vlahovic in campo la Fiorentina ha quanto meno inserito più peso in area di rigore, anche se il serbo ha ancora una volta rimandato l’appuntamento con il primo gol in Serie A. Quel tiro terminato centrale per Sepe, del resto, poteva essere sfruttato decisamente meglio. Negli ultimi minuti c’è stato anche l’esordio per Pedro, la vera speranza per il prossimo futuro dell’attacco viola. Ma il brasiliano non ha avuto palloni giocabili. Palloni che invece si è giocato generalmente male, stavolta, Federico Chiesa.Nel pre-partita aveva un po’ di influenza, ma ho fatto finta di non saperlo”, ha detto Montella. Il 25 viola non è mai riuscito a trovare la giocata giusta, sia negli assist per i compagni che nelle diverse iniziative personali. Una serata no, macchiata anche dall’errore che ha poi portato al gol di Gervinho.

TRASCINATORE. A risolvere parzialmente le cose ci ha invece pensato ancora Castrovilli. Prime 11 partite di Serie A e un ruolo da trascinatore per questa Fiorentina. Senza Ribery, è lui che illumina le azioni. Come con il Sassuolo, un colpo di testa in inserimento che rimette in pari la partita. Terzo gol in campionato, bomber dei viola insieme a Pulgar e Milenkovic. Numeri che sottolineano come alla Fiorentina manchi un attaccante da gol pesanti davanti, ma anche come l’ex Cremonese sia già uno dei leader di questa squadra. E non solo per le reti (pesanti), ma anche per la qualità e la personalità che mette in campo. Domenica prossima il test a Cagliari dovrebbe proiettarlo anche in Nazionale: una soddisfazione ampiamente meritata.

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