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Rassegna Stampa

Applausi per i figli d’arte e per il sorriso uruguagio

«VIOLA D’AMORE», scrisse un giornale dopo la vittoria della Fiorentina a Bologna. Frase da poeti. Memorabile. Gente da stadio come siamo, non andiamo più su di un «alé viola», gridato forte, con il quale ci siamo incamminati ieri sera verso Fiorentina-Slovan Liberec. La Viola d’amore, se vi piace di più, si presentava con la bellezza di otto gol di tre partite nelle sue giratine qua e là per l’Europa, oppure in casa contro avversari comunque europei. Tanti gol, nonché primo posto in classifica, e via andare Con Miss Italia tifosa viola, e soprattutto (ci perdoni, signorina) Giancarlo Antognoni, presto ufficialmente nella Fiorentina, anche se per i tifosi ci è sempre stato, per fortuna. C’erano in squadra tre dei nuovi, Sebastian Cristoforo dell’Uruguay, Federico Chiesa, classe ’97, definito giustamente foglio d’arte, suo padre segnò infatti 35 gol nella Fiorentina in 59 partite e infine il difensore De Maio, Sebastiano anche lui.

PRIMO tempo andante, con poco moto, ma con il gol. Il primo di Ilicic su rigore, dopo che proprio lui aveva colpito un palo, e semmai tra pali e traverse ne ha colpiti tre in due partite. Seconda rete, autore Kalinkic, Che sollievo avere un attacante così. Ma teniamoci caro anche Ilicic, ci mancherebbe altro. Da parte nostra chiudiamo con la terza rete, e soprattutto la prima in viola di Cristoforo. La racconterà in Uruguay, molto meglio di quanto abbiamo fatto qui. Detto senza invidia. Forse.

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