L’unico 10 della Fiorentina: “Quando presentarono Ribery io ero in tribuna. Ci rimasi male, e non fu l’unico episodio”
La bandiera della Fiorentina Giancarlo Antognoni ha parlato ai microfoni di RTV38, all’interno della trasmissione ‘Il Salotto dello Sport’. Queste le sue dichiarazioni: “Fine del rapporto con Commisso? Mi avevano offerto la direzione tecnica del settore giovanile, ma è il modo in cui mi è stata offerta che non mi è piaciuta molto. Innanzi tutto è stata fatta da Barone il giorno prima della scadenza del contratto, dopo due anni in cui ci si vedeva quotidianamente. Ho detto che mi sarebbe andato bene nel momento in cui ci sarà il Viola Park, lui si è intestardito su questo e ha messo un diktat troppo stringente, quindi non ho accettato. E’ andata a finire con dispiacere. Il ruolo doveva essere un po’ stabilito, non so se volevano un po’ denigrarmi sotto l’aspetto lavorativo. Credo di non aver combinato nulla di grave come tecnical manager per andare nel settore giovanile. Ero accanto a Pradè, potevo dire la mia sui giocatori da prendere, anche se durante l’annata il mio ruolo non è stato molto rispettato. Giocatori scelti? Pochi. Martinez Quarta, perché parlai col mio amico Passarella. Mi disse che era migliore di lui”.
TENSIONI CON LA SOCIETÀ. “Purtroppo i matrimoni si rompono per qualche motivo. In quei due anni non è che mi sia trovato benissimo, ho avuto anch’io le mie rimostranze da persona perbene come sono. Ribery è stato presentato allo stadio davanti a 10mila persone. Io però sono in tribuna, non sono stato chiamato sul campo. Ci sono rimasto male. Ed è solo una, poi ce ne sono altre”.
ASSENZA ALLA PRESENTAZIONE DEL VIOLA PARK. “Ma come facevo! Ho un contenzioso con la Fiorentina da due anni, che uscirà tra poco. Avevo dei bonus che non mi sono stati retribuiti. Come avrei potuto andarci. Quella è solo una scusa per dire che mi hanno mandato l’invito.
RAPPORTO CON COMMISSO. “Sono una persona tranquilla, che non vuole mettersi in evidenza, non ne ho bisogno. Invece ci sono persone che hanno bisogno di mettersi in evidenza in altro modo. Da parte mia c’è sempre stata disponibilità e presenza. Non vedevo motivi per cui avrei dovuto essere degradato. Che poi mi sarebbe anche piaciuto lavorare nel settore giovanile. Con Commisso il rapporto è sempre stato leale e corretto”.
COME VIVO LA FIORENTINA. “Mi sono un po’ disamorato, come è normale che succeda in tutte le famiglie quando ti separi. Ora divento un po’ più acido, ma non ce l’ho col fiorentino tifoso ma con una proprietà che non ha capito la mia persona. L’amore per la maglia rimane, per me parlano i fatti non c’è bisogno delle parole”.
GONZALEZ. “Ho detto solo che è difficile che rimanga 10 anni alla Fiorentina, perché i momenti sono diversi. Chiesa non è rimasto, Vlahovic non è rimasto”.
JUVENTUS. “È sentita dai fiorentini, ma non pensate che a Torino non ci tengano. Secondo me rimane la partita. Precedentemente, vincevi con la Juve ed eri tranquillo per due mesi. Oggi dicono si una partita come un’altra, ma non è assolutamente vero. Questa Juve è battibile, non è la squadra che vinceva tutti gli scudetti. E’ un’ottima squadra, però forse dietro e a centrocampo gli manca qualche giocatore importante. E’ una partita alla portata”.
ITALIANO. “Anche lui è all’inizio e deve migliorare, ma quando fai un calcio propositivo in cui cerchi sempre di prevaricare sull’avversario già hai un vantaggio. Poi chiaramente in qualche zona del campo manca qualcosa”.
BELTRAN. “Ho parolato con Bertoni. Mi ha detto che è veloce, rapido, che fa gol. Purtroppo i gol ad oggi sono stati pochi, bisogna vedere se dargli fiducia al 100%, se uno viene schierato saltuariamente fa più fatica. Nzola? Sta patendo il salto da Spezia a Firenze. Italiano però lo conosce bene”.
VALORE DELLA FIORENTINA. “È una buona squadra, allenata bene, che può arrivare dal quinto posto in giù. Le prime quattro mi sembrano irraggiungibili, devi fare la corsa sulle altre”.
ARTHUR E BONAVENTURA. “Arthur qualche anno fa era al Barcellona, poi Juve, è da considerare un giocatore importante. Ovviamente è un metodista, non gli si può chiedere di fare gol. Bonaventura ha 34 anni ed è ancora un ragazzino. Quest’anno mi sembra ancora meglio degli altri anni”.
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Redazione LaViola.it