Lunga intervista da parte dell’Unico 10, a due giorni dal suo 70° compleanno
Giancarlo Antognoni parla di tutto, del presente e di quello che gli piacerebbe fare nel futuro. Lo confida in una lunga intervista rilasciata al Corriere dello Sport. «E’ semplice, vorrei restare nel calcio, magari nel giro della Nazionale, come avevo già chiesto. Anche nelle rappresentative giovanili. Ho parlato con Gravina, un po’ con tutti, però al momento siamo fermi. Capisco anche le difficoltà degli ultimi anni, non ci siamo qualificati due volte per i Mondiali. Ora ci sono gli Europei, vediamo cosa succede dopo».
Antognoni, quindi, sente di poter dare ancora qualcosa al calcio .
«Assolutamente. Anche se oggi questo ambiente non mi fa impazzire come prima. E’ cambiato in modo repentino, sono cambiati i meccanismi, le società e i giocatori inseguono il business. Non ci sono più i presidenti di una volta, fra questi ci sono pochi italiani e sono apparsi i fondi. Uno abituato a lavorare in un certo modo si trova in difficoltà».
Ma preferirebbe la Federazione o un club?
«Con le nazionali sono stato dodici anni, e sarei rimasto in Federazione se non mi avesse chiamato la Fiorentina. Da altre parti non si può andare perché non ti prendono: evitano certi giocatori che fanno parte del passato. Quindi per me è un discorso più difficile. Ma la mia porta, tuttavia, resta sempre aperta».
E la Fiorentina?
«C’è stato il distacco, è difficile. Non impossibile ma difficile».
Le pesa tutto questo?
«Ho fatto anche una scelta, perché non mi andavano bene le situazioni che si erano create. Non ho accettato quello che mi volevano dare (nel 2021 il club viola lo sollevò dall’incarico di team manager con un’offerta per un ruolo nel settore giovanile, ndr). Poteva anche essere una cosa buona, ma in quel momento non me la sono sentita. Però sono rimasto nell’ambiente: vedo partite, mi documento. Insomma, non faccio il pensionato…».
Di
Redazione LaViola.it