L’unico dieci gigliato: “La Fiorentina è un atto d’amore iniziato a 18 anni e tutt’ora vivo, poi vediamo in futuro che succede”
Giancarlo Antognoni, il cui futuro nella dirigenza della Fiorentina è tutt’altro che scontato, è intervenuto ai microfoni di Radio Bruno per parlare del suo glorioso passato in maglia viola. Queste le sue dichiarazioni: “Addio al calcio al Franchi? In quel periodo la fedeltà era premiata con questi gesti. Per me era un giorno triste perché smettevo di giocare, ma allo stesso tempo piacevole perché avevo trovato una città che mi inneggiava in quel giorno un po’ particolare”.
“Pentito di essermi ritirato a 33 anni? No. In quegli anni ho fatto una giusta considerazione di poter andare a fare gli ultimi due anni fuori dall’Italia, in un posto tranquillo come la Svizzera per finire in modo tranquillo la mia carriera che è stata improntata su tante tensioni. Un mix tra belle e brutte cose che alla fine mi hanno portato a scegliere di chiudere in modo tranquilla la mia carriera per poi tornare a Firenze come protagonista”.
“Arrivo a Firenze? Sapevo poco della Fiorentina, sapevo che era una squadra italiana importante che aveva appena vinto il campionato nel 69. Una squadra che esibiva esclusivamente giovani. Fino a quel momento conoscevo solo Coverciano perché quando ero ad Asti venivo convocato con la Nazionale juniores. Firenze mi ha subito stregato, inoltre mi ha fatto anche riavvicinare ai miei genitori. Luoghi di Firenze dell’Antognoni giovane? Coverciano e San Domenico, le prime zone in cui ho abitato”.
“Come spiego a un nuovo giocatore della Fiorentina cosa vuol dire amare questa maglia? Non è che glie lo spiego io, glie lo spiegano i fatti. Quando vado in giro con i giocatori attuali, sia a Firenze che negli stadi avversari, la gente mi riconosce e vuole farsi le foto”.
“Una tentazione di lasciare a Firenze? C’è stata la Roma nel 1980, quando c’è stato il cambio di proprietà. Ho avuto una cena con il presidente Viola e sua moglie nella capitale. La suggestione è durata una serata: sono tornato a casa e ho deciso di rimanere a Firenze. Siccome sono istintivo, in quel momento ho deciso così. Nella vita non bisogna mai avere rimpianti, personalmente non li ho mai avuti e non ne avrò mai. L’unica cosa che mi dispiace è di aver vinto poco con la Fiorentina in 15 anni. Più rammarico per questo o per la finale dei Mondiali? Più per la Fiorentina, alla fine anche se è la partita più importante la finale dei Mondiali è una partita. Personalmente, sarebbe stato meglio vincere qualcosa di concreto come uno Scudetto a Firenze”.
“15 anni fuori dalla Fiorentina? Le scelte vanno sempre rispettate a prescindere, il cuore rimaneva sempre per la Fiorentina. Più Firenze o più Fiorentina nel cuore di Antognoni? Tutte e due. La Fiorentina mi ha cresciuto, mi ha fatto diventare più maturo, Firenze mi ha cullato e idolatrato. Vanno di pari passo. La Fiorentina è un atto d’amore iniziato a 18 anni ed è tutt’ora vivo. E’ un anno d’amore di 50 anni per ora, poi vediamo che succederà in futuro”.

Di
Redazione LaViola.it