L’Ante…fatto merita di essere raccontato. È il 31 agosto del 2017 e, Corvino, ha ancora un esubero di cui liberarsi. Questione di monte ingaggi (da tagliare il più possibile) e di scelte tecniche.
Come riporta il Corriere Fiorentino, Ante Rebic infatti, esattamente come successo con Montella prima, e con Paulo Sousa poi, non rientra nei piani di Pioli. E così, a poche ore dal gong di fine mercato, ecco la soluzione. Ancora Eintracht (per il secondo anno consecutivo) ancora prestito ma, stavolta, con obbligo di riscatto fissato a 2 milioni di euro.
Non solo. Quel giorno Corvino riuscì ad aggiungere un’altra clausola nell’accordo col club tedesco: una percentuale (il 30%) sulla prossima ed eventuale cessione del giocatore. Come se il dg sentisse che prima o poi tutto quel talento rimasto inespresso, sarebbe esploso.
NAZIONALE. Oggi, Rebic, è titolare di una nazionale (la Croazia) universalmente riconosciuta come una delle più ricche di qualità. È stato così anche sabato, nell’esordio mondiale che ha visto i biancorossi battere 2-0 la Nigeria. Una buona prestazione, fino al 78’: quando è stato sostituito da Kovacic.
E già questo spiega quale sia la considerazione della quale Rebic gode in questo momento. Meglio lui, per il ct, dello stesso Kovacic. O di Pjaca. Stesso ruolo e, oggi, grande obiettivo della Fiorentina. Eppure, appunto, riserva di un giocatore che da queste parti non ha mai convinto nessuno.
IL PASSATO IN VIOLA. Arrivato nell’estate del 2013 per 4,5 milioni, in viola ha messo insieme 8 presenze e due gol. Soprattutto, di lui, si ricordano cene a base di junk food (testimoniate da lui stesso attraverso i social), espulsioni, e prestazioni inguardabili.
Ora, invece, Rebic è un giocatore che secondo i dirigenti dell’Eintracht «vale 40 milioni di euro» e che (soprattutto dopo la doppietta con la quale ha steso il Bayern nella finale di Coppa di Germania) è cercato da squadre come il Borussia Dortmund. Corvino osserva, e spera. Se il croato fosse ceduto per una cifra del genere infatti, il dg (grazie a quel 30% che gli spetta) si ritroverebbe in tasca più di 10 milioni.
Certo, ora che i viola sono a caccia di attaccanti esterni, a qualcuno può venire un rimpianto. Un sentimento, questo, che non vale per Kalinic. Anzi. Ceduto un anno fa per 25 milioni (tra prestito e riscatto), il centravanti del Milan sta vivendo un incubo. Una stagione da dimenticare con i rossoneri (41 presenze tra campionato e coppe e soltanto 6 reti) e un mondiale finito ancor prima di cominciare.
Sabato infatti si è rifiutato di entrare (partiva dalla panchina) e ieri il ct Dalic l’ha rispedito a casa. «Quando l’ho chiamato mi hanno detto che non sarebbe entrato — ha spiegato ieri — era già successo nell’amichevole col Brasile, io ho bisogno di giocatori che possano dare una mano alla squadra e lui non può farlo».
RAMMARICO? E ora? Il Milan potrebbe cederlo, anche se Nikola non ha nessuna intenzione di muoversi. Di sicuro, a Firenze, nessuno lo rimpiange più. Semmai, e torniamo al punto di partenza, c’è chi si rammarica per l’addio di Rebic. Con la speranza che qualcuno se ne innamori.
Di
Redazione LaViola.it