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Ancora Pessina: “Serve trovare equilibrio tra le esigenze. Futuro Franchi? Guardate il Colosseo…”

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Le dichiarazioni del Soprintendente ai beni artistici e culturali di Firenze sulla questione stadio

Andrea Pessina, Soprintendente ai beni artistici e culturali di Firenze, ha parlato a Radio Bruno:

“Domenica le notizie riportate sui giornali le ho trovate ingenerose verso una disponibilità che la Soprintendenza ha sempre dimostrato, e mai riconosciuta. Anzi, mi sembra che si volessero gettare le colpe del problema stadio, e a Barone ho detto chiaramente che a questo gioco non ci stiamo, la Soprintendenza fa solo rispettare la legge, che piaccia o meno. Le sue parole mi hanno fatto piacere, la società apprezza il nostro lavoro. Ora mettiamo da parte le polemiche e lavoriamo perché la Fiorentina resti a Firenze, al Franchi”.

PROGETTO CASAMONTI. “L’architetto Casamonti voleva stravolgere la forma originaria dello stadio, abbattendone il 40% e trasformando molti spazi in commerciali. Il punto è trovare equilibrio tra le varie esigenze: la società vuole coprirlo, e noi siamo d’accordo, così come sull’adeguamento dei servizi e il recupero di alcuni spazi, ma va capito come. Di base siamo d’accordo, ma c’è da lavorare sul progetto ed oggi ne abbiamo ricevuto uno solo, in via ufficiosa, senza bocciarlo perché non è arrivato dalla proprietà”.

COMMISSO. “Capisco la sua posizione, ma ognuno deve prendersi le sue responsabilità, non buttarle tutte sulla Soprintendenza. Non potremo fare omissione del nostro mandato. Se Firenze è così celebre per il patrimonio culturale, lo si deve anche alla sua tutela. Il Franchi ha un secolo, ma se conservato potrà durarne tanti altri, e non si può ragionare solo in termini di attrattiva turistica. Nessuno dice che sia intoccabile, ma mi si vogliono presentare idee progettuali oppure no? Ad oggi per una cosa così importante, per cui abbiamo perso un anno, è stato presentato un solo progetto. Non si sta facendo di tutto. Mi è arrivata una cosa a scatola chiusa, e per noi non è accettabile, inadeguata al fatto che sul Franchi bisogna lavorare con una certa attenzione. Vorrei fare un paragone con un’altra opera che si è fatta a Firenze, il recupero della Manifattura Tabacchi, edificio che non aveva pubblica utilità nel suo origine. Il gruppo di recupero ha chiamato una serie di architetti chiedendo di presentare un’idea, ma perché non è stato fatto? Ok fidarsi di Casamonti, ma se la prima idea non va bene gli si può chiedere allora di lavorare su una seconda. Tutti gli architetti sono contrati ad un intervento pesante sul Franchi, la Soprintendenza è contraria agli abbattimenti, specie se di grande estensione, ma favorevoli ad altri interventi ed addizioni. C’è modo di avvicinare le curve al campo, così come di coprire lo stadio, ma non si può volere la Luna. Si devono incontrare esigenze diverse”.

IL FUTURO DEL FRANCHI. “Prendetela come una provocazione, ma sapete qual è il monumento più visitato d’Italia? Il Colosseo. Cos’era in origine se non uno stadio in cui si scontravano i gladiatori? Tenere in vita il Franchi significa tutelare una figura geniale come quella di Nervi, e dire che non ci vengono i turisti è avere una visione miopia. Servono una serie di idee progettuali e capire quali siano percorribili. Io non posso accettare la demolizione di buona parte dello stadio perché la squadra va a giocare da un’altra parte, vado in galera il giorno dopo. Non è solo il problema di salvare il Franchi, ma anche di non condannare il Quartiere 2 ad una decadenza. Su questo sono pienamente d’accordo con le idee di Nardella”.

CONCESSIONE. “Su questo tema decide l’amministrazione comunale. Ci sono tanti beni culturali dati in concessione per lungo tempo, e faccio l’esempio di Villa Bardini di Firenze data alla Cassa di Risparmio. Si potrebbero anche organizzare vendite, ma l’importante è che la finalità sia maggiore valorizzazione e fruizione pubblica di questi beni”.

CONTATTI CON LA FIORENTINA. “Ci sono stati più volte contatti e incontri. Non vogliamo alimentare voci, ma fin da subito è partita l’ipotesi della Mercafir e lì siamo rimasti a guardare ma la nostra porta è sempre aperta e tale rimane. Persino a Palazzo Pitti sono state inserite ascensori o altre cose più moderne, ma il tutto nel rispetto del contesto. Anche al Franchi deve avvenire una cosa tale”.

 

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