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Ancora marzo, in trasferta, sei anni dopo. Biraghi, Milenkovic, il dottor Pengue: il dramma che ritorna

Firenze e la Fiorentina rivivono attimi terribili a sei anni di distanza dalla tragedia di Astori

Ancora marzo, ancora un albergo che ospita la squadra in trasferta, ancora l’immediata vigilia della partita, e tutto precipita nell’oscurità impenetrabile, nello sconforto che annichilisce, nel dolore che non si misura intorno alla Fiorentina, dentro la Fiorentina: 4 marzo 2018 a Udine con Davide Astori, 17 marzo 2024 a Cavenago di Brianza con Joe Barone per una situazione drammatica rivissuta da chi c’era quel giorno nel capoluogo friulano. Come Cristiano Biraghi che di Davide Astori ha ereditato non solo la fascia da capitano e al quale dedica sempre, ogni volta, in ogni gara, un pensiero rivolgendo quella fascia verso il cielo con un saluto pieno di eterno rispetto e sublime deferenza. Oppure come Nikola Milenkovic, un nemmeno ventenne Milenkovic, entrambi – lui e Biraghi – alla loro prima stagione in maglia viola e quella mattina a Udine c’erano, sconvolti, travolti, come c’erano ieri pomeriggio quando il direttore generale Joe Barone ha avuto il gravissimo malore praticamente lì con loro, davanti a loro, e insieme ai compagni si informavano di che cosa era accaduto, cercando conforto negli sguardi e nelle parole del dottor Pengue: responsabile dell’équipe medica viola oggi come allora. Così scrive Il Corriere dello Sport – Stadio.

SEI ANNI DOPO. Allora 4 marzo 2018 a Udine: un immenso, impenetrabile, angosciante buio ha avvolto il mondo viola, e Cristiano Biraghi e Nikola Milenkovic si sono sentiti smarriti irrimediabilmente per un compagno di squadra che se n’era andato nella notte precedente lasciandoli lì prostrati di fronte a domande che non potevano avere risposte. Poi, sei anni dopo, 17 marzo 2024, a Cavenago di Brianza di nuovo costretti a rivivere quell’aria impalpabile che ti stringe la gola e ti fa bruciare gli occhi. Ieri non a Bergamo ma all’Ospedale San Raffaele di Milano dove è ricoverato in terapia intensiva Joe Barone, il dirigente e amico con cui hanno condiviso fino a poche ore prima gioie e vittorie, delusioni, progetti e speranze, in Italia, in giro per l’Europa, al Viola Park.

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