Le dichiarazioni del centrocampista viola a Radio Bruno
Il centrocampista della Fiorentina, Danilo Cataldi ha parlato a Radio Bruno. Questa la seconda parte dell’intervista (CLICCA QUI PER LA PRIMA PARTE): “Sto bene, sto cercando di recuperare da questo piccolo infortunio. Spero di rientrare settimana prossima”.
TANTI CAMBI. “La squadra è cambiata tanto soprattutto verso la fine del mercato: penso sia stato normale avere delle partite di conoscenza. E’ cambiato l’allenatore e tanti giocatori, Forse da fuori non si percepisce tanto le difficoltà nel cambiare tante piccole cose, abitudini con un allenatore piuttosto che coi compagni, anche extracampo”.
IDOLO. “Marchisio? E’ stato un giocatore a cui mi ispiravo: uno dei primi centrocampisti moderni box to box. Marchisio è stato una bandiera di una squadra che qui…Ma come giocatore quando io ho iniziato a giocare in Serie A era al top. Io poi ho studiato più altri giocatori come Busquets, Jorginho. Comunque il mio unico idolo non è del mondo del calcio: Federer. Non l’ho mai conosciuto ma mi è sempre piaciuto”.
CAPITANO CONTRO LA FIORENTINA. “Prima volta da capitano alla Lazio contro la Fiorentina? E’ stata una giornata particolare, avevo 20 anni, un momento importante quando indossi la fascia da capitano della squadra per cui tifi e in cui sei cresciuto. In quel momento sei felice e magari non te ne rendi conto. Mi ricordo che la Fiorentina arrivava da 4 vittorie consecutive e la Lazio da 8, finì 4-0 ma non era da 4-0. Fece un grandissimo gol Biglia al volo, ma la Lazio stava molto bene in quel momento”.
PERSONALITA’. “Siamo una squadra che ha un giusto mix: con ragazzi forti e con la testa sulle spalle, e poi ci siamo noi vecchietti. I ragazzi che sono qui da più tempo come Biro, Quarta e Terracciano sono quelli che ci aiutano di più. Questo si vede poi in campo”.
ENTUSIASMO. “Ho visto una squadra consapevole della propria forza, serena, e consapevole che ci saranno dei periodi più difficili come all’inizio. La squadra ha raggiunto una maturità tale da passare sopra a momenti o episodi che possono capitare in una stagione. Spero che siamo diventati una squadra matura, al di là di un risultato positivo o negativo”.
PALLADINO. “Lo conoscevo, avevamo giocato qualche mese insieme a Genova, poi ci siamo sentiti spesso. Diciamo che abbiamo sempre avuto un rapporto di stima reciproca. Passare da Raffa a mister? Io sono un po’ un personaggio particolare, essendo romano faccio fatica, lui lo sa e gli ho chiesto scusa. Io poi sono molto rispettoso dei ruoli. Lui aveva già un occhio diverso quando giocavamo insieme: era attento a tante cose”.
FUTURO DA ALLENATORE. “Mi piacerebbe molto sono sincero, ma credo che sia molto complicato e sottovalutato a livello di stress. Io da giocatore devo ascoltare solo una persona che è l’allenatore, mentre lui si deve confrontare con 25 teste diverse e con la società, la stampa. Mi piacerebbe molto, ma è un mestiere molto complicato”.
GIOCATORE CHE MI HA SORPRESO. “Tralasciando Comuzzo, chi mi ha sorpreso di più conoscendolo da dentro è Luca Ranieri: da avversario lo vedevo come una persona e un giocatore diverso. Lo vedevo come una persona silenziosa. Non che avessi un’idea negativa”.
OBIETTIVI. “Quando sono arrivato ho detto che la Fiorentina deve lottare per posizioni importanti come stiamo facendo adesso. Ovviamente cercheremo di fare una Conference League importante come è stata negli ultimi anni, ma con meno amarezza. Penso che questa piazza meriti. Sono dell’idea che se si gioca una competizione europea, si deve giocare per vincere”.
NAZIONALE. “Penso che la nazionale abbia dei giocatori forti e importanti, alcuni anche sottovalutati a livello mondiale. Hanno fatto un cambio anche di età e credo sia giusto. Io sono molto patriottico e quindi tiferò la Nazionale”.
Di
Redazione LaViola.it