Rassegna Stampa
Ancora Caceres: “Ribery ha ancora fame. Noi possiamo essere la rivelazione”
Seconda parte dell’intervista di Martin Caceres (LEGGI QUI LA PRIMA PARTE) al Corriere dello Sport-Stadio, nella quale parla del compagno Ribery e di tanto altro
Cosa significa avere in squadra un fenomeno come Ribery?
«E’ uno che ha vinto tutto ovunque, soprattutto in Germania, ma che ha ancora fame. Non si accontenta. Pensate che quando si è allenato con noi in campo, mi sono detto che al massimo avrebbe potuto avere 30 anni. Ha portato entusiasmo e carisma».
Quanto a titoli anche lei, in bacheca, ne ha diversi.
«Non lo nascondo, ma la Champions col Barcellona, conquistata a 20 anni, l’avevo persino rimossa. Io sono un ragazzo normale, che si è rimesso in gioco anche quando ho scelto di passare a Verona. Lì ho incontrato un allenatore straordinario, Pecchia. Non mi piace stare a contare o elencare i trofei, meglio piuttosto studiare per fare meglio».
A proposito, lei conosce benissimo Oscar Tabarez.
«Il maestro. Mi ha fatto debuttare con la Celeste, sono a quota 95 presenze e voglio tagliare il traguardo delle 100, anche se raggiungere Godin sarà complicato (già 131, ndr). Nello spogliatoio, quando affrontiamo gli avversari, ci racconta ogni volta un pezzetto di storia che li riguarda. A lui devo tantissimo, mi ha forgiato. Se sono questo, è anche grazie a lui».
Quale la rivelazione?
«Mi auguro sia la Fiorentina, abbiamo i giocatori per esserlo».
La paura, avendo finalmente trovato la prima vittoria in campionato, è svanita?
«Adesso che ci siamo riusciti, dobbiamo continuare a guardare avanti. Se siamo da Europa? Facciamo un passo dopo l’altro».
Cosa l’ha colpita di Chiesa?
«Tutto. Ha la testa giusta. E’ potente, veloce, calcia bene sia di destro che di sinistro».
Ha fiducia in Dragowski?
«Sì e guai a metterlo in discussione. I gol del pari a Bergamo? Era coperto, non poteva vedere il pallone con tutto quel traffico».
