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Anche Pradè garantisce: Chiesa resta. Boateng e la ricerca di esperienza. Inizio duro: serve arrivare pronti
Il ds ribadisce la necessità di sfoltire, ma può chiudere per l’attaccante del Sassuolo. Su Chiesa idee chiare dalla società: a breve incontro con il padre.
Serve ancora sfoltire. La chiusura di luglio per Daniele Pradè è ancora con il pensiero alle cessioni. Dabo, Eysseric, Cristoforo, Saponara, oltre a Simeone e ai vari Hristov, Schetino, Baez, Bangu, Illanes, Maganjic, Gori, più alcuni giovani interessanti destinati a partire (almeno uno tra Hancko e Terzic, Venuti, forse Sottil, più Rasmussen). “Dopo la tournée abbiamo le idee più chiare. Adesso siamo in tanti, siamo in 40 ad allenarci e dobbiamo sfoltire. Ma abbiamo le idee chiare”, ha detto il ds viola da Milano. Con riferimento al nutrito e variegato gruppo che si è ritrovato ad allenarsi a Firenze al rientro dagli States (in cui c’era, tra l’altro, anche il ‘separato in casa’ Thereau).
TERZINO. Proprio a Milano l’occasione, per Pradè e Barone, per incontrarsi con i colleghi di altre società. Ad esempio Carnevali del Sassuolo. Con i neroverdi c’è in ponte la doppia trattativa per Lirola e Boateng. Sul terzino sembrava esserci ottimismo sul finire della scorsa settimana, ma tra le parti esiste ancora distanza economica (più di 2-3 milioni) e i neroverdi non cedono. Pradè così valuta le alternative, e sono usciti alcuni profili sondati per la fascia destra: Stryger Larsen dell’Udinese, Patric della Lazio, Lala dello Strasburgo. Fino a una possibile permanenza di Venuti (che comunque rimarrebbe solo come alternativa). Messaggi lanciati, si continua a trattare ma la Fiorentina guarda anche altrove. Anche se lo spagnolo campione europeo con l’Under 21 rimane assolutamente il preferito.
PRIMO ACQUISTO? Poi l’affare Boateng. “Ci piace, sta alla sua testa, vediamo se deciderà di andare all’Eintracht Francoforte o restare in Italia. Ma ha le caratteristiche che cerchiamo”, ha confidato Pradè. E nella serata l’apertura ai viola: il ghanese avrebbe rifiutato il club tedesco, per dire sì alla Fiorentina. Potrebbe essere così il 32enne ex Barcellona, Milan e Schalke, prima centrocampista e ora attaccante, il primo vero rinforzo dei viola. Confermando la linea tracciata fin da inizio mercato: costruire una squadra per il futuro, ma pensando fortemente già al presente. Con giocatori di prospettiva sì, ma anche già pronti, con alcuni elementi di grande esperienza che possano trascinare i compagni. Con personalità e carisma. Sul campo e fuori. Anche relativamente al marketing, al marchio e al brand Fiorentina. Boateng, quindi, sposa queste caratteristiche. Così come, pur con qualità fisiche e tecniche diverse, Fernando Llorente. Altro profilo che piace, anche se in questo caso ci sarebbe da lavorare molto sull’ingaggio.
ATTACCO. Esperienza per far crescere anche i giovani che ci sono già. Su tutti quel Dusan Vlahovic sempre più destinato a fare l’alternativa di livello al centravanti titolare che arriverà sul mercato. Simeone, invece, è un altro nodo in uscita: un giocatore pagato 18 milioni due anni fa, che oggi sul mercato non vale quella cifra. Magari più avanti, sul finire di agosto, potrà arrivare qualche proposta importante, forse dall’estero. In Italia invece si parla soprattutto di Sassuolo, più defilato il Cagliari (che cerca una punta da affiancare a Pavoletti). Ma in questi casi difficile una partenza a titolo definitivo a cifre elevate, più fattibile un prestito. Con il Cholito, comunque – bene ribadirlo – classe ’95 con margini di crescita, che potrebbe così provare a rilanciarsi in piazze con meno ‘ansia da risultati’.
ESPERIENZA. Anche a centrocampo il filo conduttore di esperienza e personalità va avanti da inizio mercato. Fin dai tentativi per Daniele De Rossi, passando per le idee Biglia (poi abbandonata, per questione fisica e d’ingaggio), Badelj e Borja Valero (più fattibile a fine mercato, a costi più ridotti). Del resto, in mezzo c’è un intero reparto da rifare. Fuori mercato Tonali (e soprattutto la richiesta da 35 milioni di Cellino), ancora molto caro Mandragora (25), piace Demme del Lipsia che però non è il classico regista che vorrebbe Montella. E allora per il ‘metronomo’ della nuova Fiorentina c’è ancora da lavorare. Anche Rongier è nella lista dei viola: il summit nel New Jersey tra gli uomini mercato e Commisso ha permesso di mettere sul tavolo idee e costi, prime scelte e alternative. Sono state delineate le strategie di fondo, chiaro che adesso ci si aspetta qualche arrivo con l’inizio di agosto.
CASO CHIUSO? Mentre anche Pradè, dopo Commisso e Barone, ribadisce la chiusura del caso Chiesa: “Si può mettere la parola fine alla questione, il presidente Commisso è stato chiaro: ripartiamo da lui. La proprietà vuol dare una dimostrazione di forza ai tifosi. Federico vuole far bene il proprio lavoro, sono sicuro che sarà per noi un valore aggiunto”, ha detto il ds. Nei prossimi giorni previsto un incontro con Enrico Chiesa, dopo i colloqui statunitensi tra i dirigenti e il giocatore stesso. “Decideremo insieme, con calma, come in una grande famiglia”, aveva detto Federico. Sul piatto il ruolo del giocatore nella nuova Fiorentina e anche il possibile rinnovo di contratto (adesso in scadenza nel 2022 con 1,8 milioni di ingaggio annui), magari con clausola. Difficile adesso arrivare al muro contro muro e allo ‘strappo’, vista la fermezza dimostrata dalla nuova proprietà viola. Un’intransigenza andata avanti fin dai primi giorni a Firenze (“Chiesa non sarà il mio Baggio”, “Non lo vendo neanche per 100 milioni”), passata anche per la promessa al bambino del Meyer resa pubblica da Barone. La posizione della Fiorentina è chiara. Da capire, nei prossimi giorni, quella del giocatore. Ma, almeno per questa stagione (quella che porta all’Europeo, tra l’altro), il coltello dalla parte del manico ce l’ha la società.
L’ALTRO ‘CASO’. Così come più salda pare anche la posizione di capitan Pezzella. L’argentino è rientrato in gruppo, ed è pronto a mettersi a disposizione di Montella fin dall’amichevole di sabato contro il Livorno. German, titolare della Nazionale argentina in Copa America, aveva un rapporto strettissimo con Pioli, e non è scattato subito lo stesso feeling con Montella. Ma ‘sente’ la maglia viola, la fascia di Davide, e non vuole mollare. Non sarà il “centrale dai piedi buoni”, il regista difensivo indicato da Montella e Pradè per il nuovo corso viola, ma Pezzella non è neanche ‘l’ultimo arrivato’, anche a livello tecnico. E comunque resta una garanzia in una Fiorentina da rifare quasi da capo. Presto, però, per dire che resterà al 100%. Il suo agente aveva sondato il terreno con Napoli, Milan e Roma, e in caso di offerta da 20 milioni non è detto che la risposta della società sarebbe negativa. Ad oggi, però, non c’è stata nessuna richiesta. Destinato a restare invece Milenkovic (con aumento dell’ingaggio), così come Dragowski, per il quale c’è ancora in ballo il prolungamento del contratto.
INIZIO IN SALITA. Situazioni ed intrecci a meno di un mese dall’inizio del campionato. Una partenza decisamente dura per la Fiorentina: subito Napoli al Franchi, trasferta a Marassi con il Genoa, Juve in casa, Atalanta in trasferta, Samp in casa e Milan a San Siro. Primi sei turni di fuoco, fino a fine settembre. Con le prime tre dell’ultimo campionato subito come avversarie. Oltre al classico “Dobbiamo affrontarle tutte”, servirà più che mai arrivare pronti all’avvio della Serie A. A livello di preparazione fisica e di squadra. E se fin qui il ritiro ‘spezzettato’ ha tolto qualcosa alla formazione di Montella, l’allenatore aspetta ancora qualche punto fermo in arrivo dal mercato. Pradè chiede pazienza, lavora con Barone per trovare la chiave giusta per i primi acquisti. Era stata indicata la data del 10 agosto come svolta per il mercato, sarà una sessione lunga (fino al 2 settembre) ma anche con la necessità di inserire non troppo tardi i primi pezzi. Soprattutto alcuni titolari. Perché, ad oggi, Montella allena una Fiorentina ‘allargata’ e ‘provvisoria’, con solo una decina di giocatori da cui ripartire. E tra questi, solo la metà potenziali titolari.
