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Quando (anche) troppo, quando niente. Cercasi killer instinct e continuità davanti, sia sotto porta che nell’arrivare al tiro
Quando (anche) troppo, quando niente. Cercasi killer instinct e continuità davanti per la Fiorentina, sia sotto porta che nell’arrivare al tiro
QUANDO TROPPO, QUANDO NIENTE. Al netto del valore dell’avversario, delle eventuali assenze e del fattore campo, ci dovrà pur essere una via di mezzo tra il mettere a referto 21 conclusioni col Cagliari, di cui 5 nello specchio e 9 totali di cui 1 nello specchio con la Lazio la gara successiva, o ancora 27 conclusioni come con lo Spezia , di cui 12 nello specchio, e 6 totali contro la Juventus di cui 1 in porta in quella successiva. Una via intermedia tra il dilagare oggi e il non essere mai pericolosi domani, tra la straripanza con chi è più debole e l’inconsistenza con chi è più forte (sulla carta), ad oggi, la Fiorentina non l’ha ancora trovata. L’alternanza tra il poter siglare gol a raffica con alcuni avversari e il dare la sensazione di non poter mai segnare contro altri, si va ripetendo ormai da inizio stagione. Per quanto la classifica sia, ad oggi, ottima, così come lo è fase difensiva che è l’unica cosa che si va confermando di partita in partita, la via della continuità sotto porta, e negli ultimi 20 metri di campo, continua ad essere una nota dolente.
KILLER INSTINCT. Mentre il Verona è completamente fuori da ogni media ‘logica’, avendo messo a referto solamente 121 tiri (meno ne hanno fatti solo Cagliari e Venezia) ma avendo segnato 25 reti (terzo attacco della Serie A) con una media di realizzazione del 20,7%, (Simeone ha segnato 9 gol su 16 tiri, ovvero il 56%) tutte le altre si attestano dal 17,5% della Lazio, seconda in graduatoria, con Inter e Milan al 15% e spiccioli, e chi è sotto il 10% come Spezia, Juventus, Torino e Salernitana, che chiude col 7,6% di media tiri/gol. La Fiorentina è a 10,8%, con 16 reti su 148 conclusioni. La formazione di Italiano, in pratica, si mette dietro solo Udinese, Sassuolo, Roma, Torino, Juventus, Venezia, Salernitana e Udinese. Tra le vette più alte di spreco, la gara con l’Inter, con 14 tiri totali di cui 6 nello specchio per 1 solo gol, con il 7% di realizzazione, mentre tra le vette di cinismo si trovano la vittoria con l’Atalanta, 2 reti su 7 tiri totali, che vale il 28,9%.
SINGOLI. Difficile imputare qualcosa a Vlahovic, che con le 8 reti segnate fin qui su 38 conclusioni viaggia ad una media doppia rispetto a quella della Fiorentina, cioè del 21%. Nico Gonzalez è il secondo calciatore viola per tiri messi a referto, 15, con 2 reti segnate (13,3%), Sottil e Saponara sono a 13 tiri, con 1 gol all’attivo ciascuno, (ovvero il 7,7%). Mentre Callejon ha effettuato solamente 4 tiri, con 0 reti segnate, Bonaventura è a quota 12 tiri a referto con 1 gol segnato (8,3%). Completano il quadro Milenkovic, con 8 tiri e 1 gol, Maleh con 8 tiri e 0 reti, Quarta con 7 tiri per 1 gol e Biraghi, 9 tiri per 1 gol.
CONTINUITA’. Se da Castrovilli tutti si attendono uno step in avanti alla voce gol, Italiano e il dieci viola stessi, il medesimo discorso può dirsi di Sottil. Ma al di là dei singoli, col rientro di Nico Gonzalez che potrà dare una mano consistente alla causa viola, è tutta la Fiorentina a dover trovare una continuità nella fase di finalizzazione e nella costruzione dei presupposti della stessa. Se fin qui, infatti, l’alternanza tra raffica di occasioni da gol oggi e quasi zero all’indomani, per quanto la squadra di Italiano abbia mostrato sempre la propria identità fatta di palleggio, difesa alta, atteggiamento propositivo e aggressione alta, ha comunque permesso alla Fiorentina di trovarsi a ridosso della zona Europa, è facile immaginare che per confermarsi in tali posizioni serva raggiungere una certa continuità di risultati, sì, ma anche di pericolosità. Con l’imperativo, per qualcuno, di sfruttare meglio le occasioni capitate e sprecare meno.