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Rassegna Stampa

Amrabat tra le stelle delle semifinali. Sofyan, Messi, Mbappè, Modric: il Mondiale passa da loro

Sofyan Amrabat - Marocco

Su La Gazzetta focus sulle semifinali Mondiali: Amrabat è il centro di gravità del Marocco, l’uomo fondamentale in difesa e nelle ripartenze

Messi è l’Argentina: regista, leader e goleador, il nucleo dell’atomo che non si è esaurito, una dipendenza però rischiosa perché Scaloni non ha tante energie alternative. Modric è il moltiplicatore della Croazia: il solista che accende la fantasia di un’orchestra perfetta ma con poche variazioni sinfoniche. Mbappé è l’arma di distruzione di massa della Francia: una combinazione di potenza, tecnica e velocità che squarcia le difese oppure le attira, liberando spazi ai compagni. Amrabat è il centro di gravità permanente del Marocco: l’interruttore che trasforma la densità della fase difensiva nell’arrembaggio della ripartenza. Sono i quattro simboli delle semifinaliste, rispecchiano l’identità delle loro nazionali. Il passaporto per la finale è nelle loro mani. Così scrive La Gazzetta dello Sport.

AMRABAT. Con un possesso medio sul 30 per cento si capisce che al Marocco non interessa avere la palla: ne bastano poche, ma letali. Regragui è il maestro della tattica di questo Mondiale. Ha impostato un 4-3-3 che si chiude in un 4-5-1, esercita un pressing ossessivo e, spezzata l’azione rivale, si scatena furiosamente in avanti, tutto di corsa a un tocco. Il regista d’attacco è il fenomenale Ounahi, ma il perno della strategia è Amrabat, davanti alla difesa, con un raggio d’azione meno offensivo che nella Fiorentina, e il potere di dominare tutto il fronte in orizzontale, grazie a un senso della posizione unico. Amrabat è il quinto difensore e il primo centrocampista. Tocca a lui la prima scelta: se indirizzare la palla sulla corsia in cui l’ha conquistata oppure dettare il cambio di fronte, con un lancio che coglie di sorpresa i rivali ma non i compagni, mentalmente pronti a partire in progressione. Nel suo ruolo di pivot dovrebbe toccare cento palloni, invece non arriva a cinquanta perché il Marocco gioca scientificamente sul non possesso. Il Portogallo non ha mai capito come sfidarlo al centro, se la Francia farà lo stesso errore potrebbe subire capovolgimenti letali.

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