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Messi è l’Argentina: regista, leader e goleador, il nucleo dell’atomo che non si è esaurito, una dipendenza però rischiosa perché Scaloni non ha tante energie alternative. Modric è il moltiplicatore della Croazia: il solista che accende la fantasia di un’orchestra perfetta ma con poche variazioni sinfoniche. Mbappé è l’arma di distruzione di massa della Francia: una combinazione di potenza, tecnica e velocità che squarcia le difese oppure le attira, liberando spazi ai compagni. Amrabat è il centro di gravità permanente del Marocco: l’interruttore che trasforma la densità della fase difensiva nell’arrembaggio della ripartenza. Sono i quattro simboli delle semifinaliste, rispecchiano l’identità delle loro nazionali. Il passaporto per la finale è nelle loro mani. Così scrive La Gazzetta dello Sport.
AMRABAT. Con un possesso medio sul 30 per cento si capisce che al Marocco non interessa avere la palla: ne bastano poche, ma letali. Regragui è il maestro della tattica di questo Mondiale. Ha impostato un 4-3-3 che si chiude in un 4-5-1, esercita un pressing ossessivo e, spezzata l’azione rivale, si scatena furiosamente in avanti, tutto di corsa a un tocco. Il regista d’attacco è il fenomenale Ounahi, ma il perno della strategia è Amrabat, davanti alla difesa, con un raggio d’azione meno offensivo che nella Fiorentina, e il potere di dominare tutto il fronte in orizzontale, grazie a un senso della posizione unico. Amrabat è il quinto difensore e il primo centrocampista. Tocca a lui la prima scelta: se indirizzare la palla sulla corsia in cui l’ha conquistata oppure dettare il cambio di fronte, con un lancio che coglie di sorpresa i rivali ma non i compagni, mentalmente pronti a partire in progressione. Nel suo ruolo di pivot dovrebbe toccare cento palloni, invece non arriva a cinquanta perché il Marocco gioca scientificamente sul non possesso. Il Portogallo non ha mai capito come sfidarlo al centro, se la Francia farà lo stesso errore potrebbe subire capovolgimenti letali.
 
												
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																							 
																							 
																							 
																							 
									 
									 
																	 
									 
																	 
									 
																	 
														 
														 
														
Di
Redazione LaViola.it