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Amrabat da “l’uomo del presidente” a rinnegato: un’estate con la valigia in mano

Lo strappo a gennaio quando il marocchino si era già venduto al Barcellona senza fare i conti con la Fiorentina e Commisso

Nel gennaio del 2020 scese in campo direttamente Rocco Commisso per convincere Sofyan Amrabat a preferire la Fiorentina al Napoli. Fu il colpo del Presidente, che non ha mai nascosto nel tempo di aver instaurato un rapporto speciale con il centrocampista marocchino. Commisso non si è più intromesso nelle trattative dei suoi dirigenti. Ma quel mediano dai muscoli d’acciaio gli piaceva eccome. Scrive La Nazione.

Da ex centrocampista non volle farselo scappare e staccò un’assegno di circa 20 milioni per accontentare il Verona. Sei mesi in prestito, con gli occhi addosso di tutta Firenze, che non vedeva l’ora di goderselo in campo. Sbarcato in viola, fu subito protagonista e titolare, in una Fiorentina che però stentava terribilmente. Da Iachini a Prandelli, l’obiettivo fu solo e soltanto la salvezza. Poco per le aspettative di Sofyan, che il periodo peggiore doveva però ancora viverlo.

Gli arrivi di Italiano e di Torreira inguaiarono la sua posizione in campo

Anzi, spesso finì in panchina. Qualche spezzone, nulla più. A gennaio si parla di una cessione. Squadroni come il Tottenham ci mettono gli occhi sopra. Nel girone di ritorno qualcosa cambia. Il fisico di Torreira scricchiola, Sofyan comincia a giocare con più continuità. La prima da titolare il 14 febbraio a La Spezia. È una sliding door micidiale. A pochi minuti dalla fine perde un pallone sanguinoso che Agudelo trasforma nel pareggio spezzino. Poteva finire lì la sua storia in viola.

Invece no, in pieno recupero il gol vittoria (l’unico in maglia viola) che gli ha allungato la parentesi in riva all’Arno. L’addio di Torreira gli ha spalancato le porte della titolarità nella scorsa stagione. Un Mondiale stellare gli ha regalato uno status internazionale che prima non aveva. Lo strappo, vero, il 31 gennaio, quando spinse per un trasferimento in prestito al Barcellona.

La delusione di Commisso, la mancata convocazione per la sfida al Torino. Le scuse ed il reintegro. Ma il rapporto si ruppe in quei giorni. Il resto è storia recente. Un’estate con la valigia in mano, in attesa di qualcuno che metta sul tavolo i famosi 30 milioni. Ed oggi, forse, siamo davvero vicini all’addio.

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