Rassegna Stampa
Amrabat, la roccia della Fiorentina: è il regista operaio di Italiano
Il marocchino si è reso protagonista di un’ottima prestazione nella gara della Fiorentina contro il Napoli al Franchi
Quando al tramonto della partita ha dragato palla al limite della propria area e si è lanciato a testa alta in un contropiede atomico, sembrava un personaggio da avventura letteraria. L’olandese volante che solca i mari in un navigare perenne. Il capitano Achab che vuol fiocinare la balena bianca. E se solo avesse impresso un po’ più di forza a quella palla rotolante verso Saponara, forse oggi racconteremo di una vittoria prodigio sul Napoli. Lo stesso, quel pareggio di domenica sera profuma di buono. E se la Fiorentina lo ha ottenuto, buona parte del merito è anche sua, di Sofyan Achab Amrabat, già mediano settepolmoni ai tempi del Verona. Divenuto a sorpresa direttore dell’orchestra sinfonica fiorentina. Scrive Stefano Cecchi su La Nazione.
Che partita la sua! Di lotta e di governo. Di fatica e di verticalità impensate. Persino i numeri fotografano bene i 90 minuti da applauso. Amrabat non solo è stato il secondo giocatore per chilometri percorsi (11,66 contro i 12,26 di Barak). Ma è stato anche l’uomo che ha fatto più dribbling: 4, contro i 3 di Sottil e Anguissa. Un calciatore di corsa ma anche di qualità. L’anima di una Fiorentina trasformata, matura. Che non assalta più come se non ci fosse un domani ma sa anche aspettare. Con il Napoli il possesso palla viola è stato solo del 49%, pochissimo rispetto ai canoni consueti del calcio di Italiano.
Sì, la Fiorentina stagione 2022-2023 è una squadra per certi versi trasformata
E questi tre 0-0 consentivi per una formazione che lo scorso anno sembrava incapace di mantenere la porta inviolata, ne sono il manifesto visivo. Dietro, c’è l’opera del centrocampista marocchino che merita solo applausi per il senso di rinascita sportiva. Amrabat, non più il calciatore abulico e friabile dei primi tempi in viola. Quando sembrava un onerosissimo acquisto sbagliato (20 milioni di euro i soldi spesi per averlo a Firenze). Ma una roccia di Gibilterra conficcata a presidio della metà campo.
Una sorta di tuttofare energetico capace di chiudere, tessere, rilanciare arrivando perfino a definire una nuova categoria del ruolo. Il regista operaio. Che sa alzare la bacchetta ma anche tirare la martellata. Che sa dirigere il coro ma anche erigere barricate.
