In un giorno di luglio la Fiorentina suona l’ammaina bandiera. Così scrive Benedetto Ferrara su Repubblica. «Borja Valero mi ha chiesto di andare via», dice Pantaleo Corvino, direttore generale e vero responsabile della comunicazione della società. Due minuti dopo la cessione è praticamente chiusa, e il dg più veloce del mondo, il Bolt delle cessioni che alleggeriscono il monte ingaggi, batte ogni record e può ordinare una grigliata di carne con patate. E fuori uno. E comunque la Fiorentina in realtà ha bravissimi comunicatori, solo che non li usa, perché il vero erede di Steve Jobs sa come fare per far dimenticare subito la cessione di un simbolo della Fiorentina più bella.
Pochi minuti dopo la cessione di Borja Valero, sul sito ufficiale della Fiorentina appare una foto gigantesca e un annuncio che lascia senza parole: «Il direttore Freitas rinnova fino al 2019». Strano il fatto che nessuno sia sceso in strada a festeggiare l’annuncio della conferma del dirigente che ha preso Diks e Dragowski, due importanti investimenti, anche se al momento molto virtuali. Ma si sa, quando sai guardare molto lontano i tuoi contemporanei non sempre ti capiscono. Dante fu perfino esiliato, mentre Freitas, invece, è stato confermato, e la sua conferma è un meraviglioso segnale che racconta di come la Fiorentina abbia intenzioni serie. Ancora nessuno le ha capite, ma come direbbe Corvino («se non conoscete Maxi Olivera è un problema vostro»), questo è un problema nostro, appunto.
Che Pioli partirà per Moena praticamente senza squadra era già chiaro da un pezzo. Ma non è il caso di fare drammi, il calcio estivo spesso funziona così. D’altra parte Corvino ha avuto una missione dal cda, ottenere il massimo dalle cessioni. Dopo potrebbe essere annunciato l’ingaggio di Simeone e quelli di altri giocatori utili a rimettere in moto una squadra sflaldata sotto gli occhi di Pioli, che comunque conosceva il progettone al momento della firma del contratto.
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Redazione LaViola.it