L’ex viola: “La Fiorentina dovrà pareggiare il livello altletico dell’avversario e fargli pagare il gap a livello tecnico”
L’ex centrocampista viola Massimo Ambrosini, oggi commentatore televisivo, è intervenuto ai microfoni di Radio Bruno. Queste le sue dichiarazioni sulla finale di Conference League: “È una partita complicata perché il West Ham, è una squadra fisica, forte, che può far evidenziare quelli che sono i difetti della Fiorentina. Detto questo, i viola arrivano con l’esperienza dell’altra finale, che serve a livello di tensione e di errori di non commettere. Contro l’Inter la Fiorentina stava facendo bene la partita, però l’impressione è che per fare la partita si sia esposta troppo. Il West Ham si difende bene e attacca: bisogna trovare un compromesso tra il proporre tanto e trovare un’indole difensiva”.
JOVIC O CABRAL. “Non ho visto male Jovic ultimamente. Rispetto alla prima parte della stagione è migliorato nell’ingresso a partita in corso, il che mi fa pensare che possa esserci Cabral dall’inizio. All’inizio della stagione Jovic non sembrava molto centrato e presente, pian piano era diventato un problema. Ultimamente questa cosa è migliorata, ho sentito anche Italiano parlare di questo”.
MANDRAGORA-AMRABAT. “Sono due giocatori solidi, in una partita del genere ci vuole concretezza. Il West Ham in mezzo al campo ha Declan Rice e Soucek, la Fiorentina avrà bisogno di tecnica. Contro le inglesi bisogna pareggiare il livello fisico e fargli pagare il gap a livello tecnico. I vari Bonaventura e Gonzalez devono determinare: i viola hanno più tecnica, se pareggiano il livello atletico possono fare male agli avversari”.
COME VIVE UN CALCIATORE IL GIORNO DELLA FINALE. “Il giorno della finale non si prepara niente di particolare. L’unica cosa che puoi fare di diverso è pensare se sono arrivati i parenti. L’allenatore la prepara nella settimana precedente. Noi avevamo Ancelotti che era eccezionale nel mascherare la tensione che aveva. Nelle ore precedenti io mi immaginavo lo stadio, con tutti i tifosi. Quella è una cosa che solo le finali ti danno. Mi piaceva entrare allo stadio per la ricognizione e sentire il boato dei tifosi, che per le finali sono già entrati: un’emozione unica”.

Di
Redazione LaViola.it