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Altro che ritiro: a Firenze c’è il nuovo David. Il campione gentile voluto da Palladino

Un anno di inattività, ma sempre a lavorare sodo per farsi trovare pronto. Ha accettato con entusiasmo Firenze, declinando altre offerte

Dal David di Michelangelo a David De Gea. Firenze vive di passione, di facili innamoramenti, di repentine virate che portano a critiche feroci. Ma sull’eroe di domenica sera non ci possono essere dubbi. De Gea è diventato monumento parando due rigori a Theo Hernandez e Tammy Abraham, scrive La Gazzetta dello Sport.

VOLUTO DA PALLADINO. Non ha ascoltato neppure il suggerimento dell’ex rossonero e ora suo compagno Yacine Adli che gli diceva di buttarsi a destra quando sul dischetto c’era Theo. Poi si è ripetuto su Abraham. Ieri Firenze e la Fiorentina hanno incoronato il pararigori (10 nei campionati) De Gea realizzando un montaggio col David di Michelangelo. Firenze non ha mezze misure: «È meglio del David», ripetevano in città. E scetticismo e diffidenza iniziali si sono trasformati in delirio puro. Anche perché De Gea ha deciso di vivere una terza età calcistica a 33 anni, quando sembrava che per lui non ci fosse più spazio da protagonista. In carriera ha indossato due maglie, quella del suo Atletico Madrid e quella del Manchester United dove è diventato ricco arrivando a un contratto di 22 milioni di euro all’anno. A Firenze lo ha voluto Raffaele Palladino, l’allenatore che pensava a un portiere che sapesse gestire meglio la partenza dal basso, e lo ha supportato il ds Daniele Pradè.

AFFARE. De Gea si è rivelato un affare. Perché era fermo da un anno e ha accettato un contratto annuale con opzione per il secondo a un milione e 200 mila euro. Non era neppure semplice scalzare il trentaquattrenne Pietro Terracciano che, partendo dalle retrovie, era arrivato a giocarsi la finale di Conference. De Gea ha cominciato dal playoff della coppa contro gli ungheresi della Puskas Akademia e lì è tornato protagonista regalando la qualificazione alla Viola in un ritorno finito ai rigori. Lo spagnolo parò tutto e anche il penalty decisivo diventando un eroe. Per prendersi definitivamente la porta in campionato ci ha messo tre partite. Poi non è più uscito.

IL CAMPIONE GENTILE. Chi conosce bene il portiere spagnolo dice che è arrivato a Firenze carico e determinato. Aveva giocato in Liga e Premier, la A lo stimolava. E ora dimostra che il fuoco è acceso. David voleva sentirsi ancora un calciatore importante, aveva gli stimoli giusti per farlo, non accettava assolutamente il prepensionamento. Nel periodo di sosta forzata ha lavorato con un preparatore personale. Al Viola Park si allena regolarmente con Giorgio Bianchi e quel che colpisce di lui è il temperamento da leader vero che, comunque, si rapporta in modo molto gentile con chiunque e trasmette a tutti una professionalità incredibile. Banale dirlo, ma soltanto così si diventa campioni.

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