Connect with us

News

Altro che calendario ‘agevole’: 5 punti in 5 gare, involuzione generale e un ottimismo da ritrovare

Da sosta a sosta, appena 5 punti con l’Europa più lontana e tanti interrogativi. La Fiorentina ha fallito gli appuntamenti dopo i buoni spunti di settembre.

Da sosta a sosta, com’è cambiato il mondo Fiorentina. Ad ottobre i viola andavano alla pausa Nazionali al 6° posto, con 11 punti insieme a Lazio e Cagliari, a -2 addirittura dal 4° posto. Adesso, cinque partite dopo, la formazione di Montella è 9° con 16 punti, e al di là della classifica a preoccupare è la condizione psico-fisica della squadra. Che nel frattempo ha perso proprio gli scontri diretti con quelle che sembravano le dirette concorrenti di allora: 1-2 al Franchi contro i biancocelesti, pesante 5-2 in Sardegna contro i rossoblu. Due squadre che sono ancora a braccetto, ma al 3° posto, a quota 24 punti.

MINI-CICLO. Tredici punti fatti in cinque partite da Lazio e Cagliari, come Inter e Juve. La Fiorentina, nel frattempo, ne ha portati a casa solo 5. E pensare che, dopo l’avvio in salita per le avversarie da affrontare, sembrava – con la Viola in crescita – potesse esserci l’occasione di confermarsi in zona Europa. Esami ampiamente falliti, invece, da Chiesa e compagni: prima lo stop di Brescia, poi il ko in casa con la Lazio, quindi la faticosa rimonta con il Sassuolo. Fino al pari interno con il Parma e alla disfatta di Cagliari.

DIFFICOLTA’. Con le certezze acquisite a settembre che si sono sgretolate pian piano. Dall’attacco Chiesa-Ribery che, anche prima della squalifica del francese, aveva palesato i propri limiti, ad una difesa che nonostante la ricerca di equilibrio di Montella ha iniziato a prendere acqua: 9 gol presi nelle ultime 5 partite, solo quattro squadre hanno fatto peggio. Problemi che passano anche da un centrocampo senza alternative e che, tolto Castrovilli, poche geometrie e fantasia ha dato nelle azioni offensive.

RITROVARE OTTIMISMO. E nel frattempo, con i passi falsi, anche il clima è cambiato intorno alla squadra. Niente di irreparabile, sia chiaro, ma è evidente che l’entusiasmo che si respirava fino a qualche settimana fa è un po’ da ricostruire. All’interno della squadra e non solo. Il nervosismo di Ribery sul cambio contro la Lazio, la squalifica, le parole di Commisso. E poi le critiche di ambiente e tifosi all’allenatore, ad un Chiesa che sembra lontano parente di quello dei tempi migliori, ad un Badelj in visibile calo. Pradè ha chiesto un confronto generale al centro sportivo, del resto per tre partite di fila l’approccio è stato disastroso. E la responsabilità è dei giocatori come dello staff tecnico. Un 5-2 a Cagliari deve portare a riflessioni profonde, perché se comunque deve essere annata di transizione questa deve portare inevitabilmente a una crescita. Di singoli e di squadra. Non certo a batoste come in Sardegna, senza reazione. Altrimenti diventa un fallimento.

Due settimane per riflettere, capire come intervenire, darsi una svegliata. Una squadra che, alla lunga, sta evidenziando anche qualche limite di costruzione. Coperta corta a centrocampo (e a Verona mancheranno Pulgar e Castrovilli), assenza di un attaccante vero (e poca fiducia/concretezza per quelli che ci sono). Alla ripresa l’Hellas in trasferta, Lecce in casa e poi Torino (fuori), Inter (casa) e Roma (casa) per arrivare a Natale. Gare difficili, con insidie diverse ma altamente complicate per questa Fiorentina in costruzione. Senza guardare troppo calendario e classifica, la Viola deve reagire. E ritrovare ottimismo. Per non restare impantanati in un’anonima annata di transizione.

30 Comments
Iscriviti
Notifica di
guest

30 Commenti
ultimi
più vecchi più votati
Vedi tutti i commenti

Altre notizie News

30
0
Lascia un commento!x