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Rassegna Stampa

All’improvviso, i gol. All’improvviso, gli attaccanti. Ecco la Fiorentina che non ti aspetti

Tutto in una sera: Italiano ha ritrovato i gol e addirittura ne sono arrivati due dalle punte centrali e uno da un esterno (andato purtroppo ko)

All’improvviso, i gol. All’improvviso, gli attaccanti. Esterni, e centravanti. Del resto, per Vincenzo Italiano, non fa (o non dovrebbe fare) differenza. Perché chi gioca là davanti deve sacrificarsi per i compagni muoversi in funzione della squadra, certo, ma deve prima di tutto buttarla dentro. Scrive il Corriere Fiorentino.

Un cruccio per il mister, che in questi anni ha vissuto con profondo fastidio i lunghi digiuni delle punte. Soprattutto, ha sempre rifiutato l’etichetta di quello che «con il suo gioco sacrifica gli attaccanti» e quanto successo nelle ultime settimane gli sta dando ragione.

Una fioritura sorprendente, come se i vari Belotti, Nzola, Ikoné, Nico, Sottil e Kouame avessero sentito l’aria di primavera. Quanto successo giovedì sera insomma, non è stato che l’apice di una tendenza che in realtà va avanti da un po’. Prima Ikoné, Kouame e Nico (tra Genoa, Salernitana e Sassuolo) e poi (soprattutto) Sottil e i due centravanti.

Rimasto a digiuno per più di quattro mesi (l’ultima rete risaliva al 6 dicembre nel match di Coppa Italia col Parma) Riccardo nel giro di cinque giorni ha firmato due capolavori in fotocopia, con quel destro a rientrare che tante volte il mister (e il dg Barone) gli avevano chiesto di provare. Per lui insomma sembrava essere arrivato davvero il momento della svolta ma purtroppo, esattamente come l’anno scorso, proprio sul più bello è arrivata la mazzata. Una «frattura scomposta del terzo distale della clavicola» sinistra che significa stagione finita.

Sottil quindi, e prima di lui gli altri attaccanti esterni, ma non solo

Contro il Bruges si è assistito anche alla rinascita dei centravanti. Prima di tutto Belotti, che non segnava dall’11 febbraio. Un gol da bomber vero, girandosi e schiantando il pallone in porta. Roba che un tempo gli veniva naturale e che invece, ultimamente, non gli riusciva più. «So che i miei gol sarebbero importanti per la squadra — ha detto poi il Gallo — quando una punta non segna per un po’ è normale che non stia bene ma ora ho capito cosa mi chiede il mister e mi trovo meglio».

Infine Nzola. Una storia incredibile, la sua. Tornato tra i convocati dopo cinque esclusioni per mai precisati «motivi personali», giovedì è entrato in partita con una determinazione mai vista così come non lo si era mai visto esultare con tanto trasporto. Che sia, proprio sul finale, un nuovo inizio? La risposta potrebbe arrivare già domani a Verona visto che Italiano, nella logica del turnover, potrebbe anche buttarlo dentro dall’inizio.

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