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All’andata esordio di Perez, poi il nulla sui giovani. “Il ponte di Sousa” tra nomi e poche chance

Un girone fa, proprio contro l’Inter, Paulo Sousa mise dentro all’esordio Joshua Perez. Un cambio che fece molto discutere visto il contesto, Milano San Siro ovvero la scala del calcio, la situazione, viola sotto 3-2 ma in rimonta, e l’esperienza che Perez non aveva in prima squadra né tantomeno nel calcio italiano. Qualcuno la vide come una provocazione quella sostituzione. Sousa la spiegò come la necessità di inserire un esterno che allargasse il gioco offensivo in quella fase di partita. Un girone dopo Perez non ha collezionato più nessun altro minuto in prima squadra. Qualche convocazione, così come Maistro, Satalino, Mlakar, Baroni, Ghidotti, Cerofolini, Dragowski, Scalera e Castrovilli, ma soprattutto Ianis Hagi.

Mentre qualcuno ha avuto il privilegio di una convocazione in prima squadra solo per emergenze e vicissitudini varie, altri in prima squadra neanche sono stati mai chiamati. È il caso di Castrovilli e Scalera, i due giovani prelevati a gennaio dal Bari che in Primavera sembrano essere di un’altra categoria ma che Sousa al momento non ha ancora preso in considerazione. Dragoswki è un caso da studiare. Più di due milioni spesi per giocare solo con la Primavera.

Hagi, invece, è un caso. L’esordio a Cagliari per 14’ collezionati in Serie A, sempre nella lista dei convocati, ma mai preso in considerazione neanche a gara in corso dallo stesso Sousa. Eppure di lui ne parlano tutti benissimo. E non solo entourage o familiari, o chi lo ha portato a Firenze. Ma anche lo stesso Sousa ha espresso per lui sempre parole di stima e apprezzamento. Ma senza dargli chance. Un po’ come a tanti altri giovani. E forse, la gara contro l’Inter, non è la migliore delle occasioni per lanciarne qualcuno. Ma visto che l’Europa ormai è diventata una chimera sono in diversi i ragazzi che potrebbero essere lanciati da qui a fine campionato. Diverso il caso di Sportiello. Tata è di fatto un probabile partente, ed è condivisibile l’idea di far giocare il rumeno per cercare di monetizzare il più possibile  fine anno.

C’era una volta il ponte da ridurre tra settore giovanile e prima squadra che espresse Sousa in sala stampa. Una risorsa indispensabile per una società come la Fiorentina. Soprattutto in prospettiva, buttando un occhio al domani. Anche se a Sousa, senza peccare di lesa maestà, del futuro della Fiorentina è lecito immaginarsi interessi il giusto e l’onesto. Certo il credito acquisito con Chiesa rimane per Sousa. La speranza da qui a fine anno è che resti anche qualche occasione per qualche giovane in rampa di lancio. Minuti preziosi da mettere nelle gambe per il domani e sicuramente più utili di domeniche intere passate a scaldare panchine e tribune in Serie A.

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