Fuori l’abito di gala, la Fiorentina indossa la tuta per battere l’Udinese. Gara bloccata decisa da Vlahovic: tre punti importanti
Brutte, sporche e cattive: sono le vittorie che dimentichi in un attimo, ma che poi all’improvviso tornano alla mente perché hanno lasciato un segno profondo sulla stagione. La vittoria della Fiorentina a Udine fa parte della categoria: brutta (un solo tiro in porta: il rigore decisivo di Vlahovic al 16’ del primo tempo; l’altra conclusione verso Silvestri è una telefonata di Saponara), sporca (poco gioco, tanta sofferenza) e cattiva (la difesa a cinque nel finale, qualche calcione quando serviva). Ma sia chiaro: che la Fiorentina abbia vinto in questo modo è solo la dimostrazione di una crescente maturità. Quando ha capito che non sarebbe stato un pomeriggio di delizie, la Viola ha riposto nell’armadio l’abito di gala e ha indossato la tuta. Così scrive La Gazzetta dello Sport.
UN TIRO. Vittoria pesantissima contro una squadra che, al contrario, la tuta la porta sempre e a volte dovrebbe avere il coraggio di mettersi qualcosa di più elegante. L’Udinese, consapevole della forza della sua difesa, tende a concentrarsi troppo sulla fase di non possesso e capita che non sappia bene cosa fare quando ha il pallone tra i piedi. Se i ritmi restano bassi l’Udinese non crea nessun pericolo.
GESTIONE. L’assenza di Nico Gonzalez ha tolto una freccia a Italiano che però ha confermato per l’ennesima volta di essere un tecnico in continua evoluzione. L’anno scorso allo Spezia giocava con due esterni preferibilmente a piede invertito, molto veloci e verticali nell’interpretazione del ruolo. Ieri ha schierato a destra Callejon, che fungeva da raccordo e apriva spazi per Odriozola, e a sinistra Saponara, anche lui tendente ad accentrarsi con conseguente discesa di Biraghi. Non si è visto granché a causa di un ritmo troppo basso e di insufficienti prestazioni individuali, ma il progetto era chiaro e comunque la Fiorentina ha saputo affrontare con umiltà la ripresa coprendo gli spazi e affidandosi alle parate di Dragowski su Beto e Deulofeu. Italiano, come già ai tempi dello Spezia, ha chiuso con tre centrali difensivi: non bisogna vergognarsi di fare quel tipo di cambio quando serve.
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Redazione LaViola.it