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Alba (adesso) o notte fonda (post Genoa-Fiorentina) che sia. Ribery e le aperture straordinarie del centro sportivo. Ecco cosa porta la mentalità di un campione
Il countdown sta per scadere. Ribery è vicino al rientro in pianta stabile. E che sia notte fonda o l’alba, poco importa. Lui si fa aprire il centro sportivo per il bene della Fiorentina
Quando arrivò alla Fiorentina in pochi parlarono del classico ex campione arrivato al capolinea della carriera che arriva in un’altra realtà per svernare e guadagnare gli ultimi soldi. Ci avevano visto male. E non a caso, quasi tutti gli addetti ai lavori, sia dalla Germania, che dalla Francia, e non solo chi lo ha spinto a vestirsi di viola come l’ex compagno di squadra e amico Luca Toni, parlavano di Franck Ribery come un campione vero. Tecnicamente, umanamente, e professionalmente.
NO AI SOLDI ARABI. Avrebbe potuto prendere la via dell’oro il francese dopo la chiusura dell’avventura con il Bayern. L’offerta di un club arabo, anzi due, erano infatti monstre, da dieci milioni di euro netti all’anno. Ma ha detto no. Così come ad un’altra offerta dalla Premier. Ma ha scelto Firenze e la Serie A, non proprio un campionato dove svernare agevolmente. Rinunciando a tanti milioni. Il tutto perché voleva dimostrare di essere ancora determinante e all’altezza del grande calcio europeo.
SUDORE. La carta d’identità non poteva, tuttavia, essere ignorata. Così come una condizione atletica da ritrovare. E ad entrare a regime ci ha messo qualche giorno in più degli altri a inizio stagione. Ma in quei pochi minuti giocati col Napoli prima, e col Genoa poi a Marassi, mise a sedere diversi avversari sfiorando il gol con i rossoblu, permettendo a Dalbert di prendersi il rigore del 2-1, e potendo essere quasi determinante anche col Napoli se solo l’arbitraggio non fosse stato a dir poco discutibile. Per chi si fosse dimenticato dell’apporto che Ribery può dare anche solo per pochi minuti adesso, alla ripresa, in attesa di ritrovare la miglior condizione, i video di queste due partite sono disponibili sulla rete.
DA NOTTE FONDA ALL’ALBA. Non sono disponibili, invece, i video del Ribery furioso che di rientro dalla trasferta di Marassi col Genoa, a notte fonda, si fa aprire il centro sportivo della Fiorentina e si mette a lavorare per smaltire la rabbia e accelerare il suo percorso di recupero fisico per la causa viola. Da notte fonda, della fine estate scorsa, all’alba di adesso, col francese che per giorni e giorni ha ‘aperto’ il centro sportivo alle prime luci del mattino dando l’esempio a tutti gli altri compagni di rosa. Non si diventa campioni e leader per caso.
ESEMPIO E GUIDA. Il capo trascina i suoi uomini; il leader li ispira. Il capo sa come si fa; il leader come farlo. Daniele Pradè lo disse subito, e per diversi calciatori, quando si susseguivano le presentazioni di nuovi innesti la scorsa estate. Soprattutto di Boateng, Ribery e Badelj. Tra gli obiettivi dell’aver messo nella rosa viola calciatori così importanti e di personalità c’era anche quello di contribuire a far migliorare i tanti giovani che ha a disposizione il club gigliato. Qualcuno ha fallito, anche dal punto di vista della leadership, qualcun altro non avrà avuto il rendimento che ci si attendeva in campo, e poi c’è Ribery. Ogni riferimento non è puramente casuale. E oggi come ad inizio anno è esattamente ciò che sta facendo il francese. La lezione è chiara.
COUNTDOWN. Adesso, dopo la falciata di Tachtsidis che lo ha costretto ai box per mesi, compresa una delicata operazione, è alle spalle. E Ribery è quasi pronto a tornare quello che costrinse San Siro alla standing ovation in Milan-Fiorentina,
che rincorse (con successo) un certo Cristiano Ronaldo per metà campo
e che si prese i cori di tutta una tifoseria che da tempo, di cori ad personam, non ne dedicava più a nessuno.
Il countdown è quasi scaduto. Con massima prudenza, per evitare altri problemi, Iachini lo avrà a disposizione per la prima volta da quando è divenuto tecnico della Fiorentina. E i tifosi viola sono pronti a spellarsi di nuovo le mani, stavolta dinanzi alla tv e non sugli spalti, per applaudire il campione Franck.