Editoriali

Al Franchi va in scena il requiem della Fiorentina di Pioli. Lo spettro retrocessione è solo l’ultimo dei problemi di una società allo sbando

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1 punto nelle ultime quattro partite e gentilmente concesso dall’ex Italiano. Poi il nulla. La partita del rilancio non si è rivelata tale

Tutte le speranza/aspettative di ripartenza della Fiorentina erano confinate nella gara del Franchi contro il Lecce. Una partita già decisiva per la stagione dei viola.

E alla fine decisiva rischia di esserlo stata davvero, ma non nel senso sperato. Al Franchi la formazione di Di Francesco si impone con un gol nel primo tempo e una gara ordinata. Il Lecce è bravo a sfruttare errori di una Fiorentina mai mentalmente in partita. I viola si confermano completamente allo sbando.

Pioli continua a brancolare nel buio, i giocatori non giocano da squadra e riempiono le proprie prestazioni di errori da scuola calcio. Non si salva niente e nessuno.

La manna dal cielo, oggi, sarebbe la cessione della società. Commisso è sparito, Ferrari palesa tutte le difficoltà nel gestire una squadra di calcio (compito mai svolto e con nessuna esperienza su cui poter contare in questa situazione). Proprietà allo sbando, dirigenza inesistente, allenatore perso, giocatori egoisti e disinteressati. Così non si può far altro che andare in Serie B.

E’ troppo dirlo alla decima di campionato? Nessuna squadra si è mai salvata da una posizione di classifica come quella attuale della Fiorentina. Servirebbe un miracolo, servirebbe una cessione immediata della società, nuova dirigenza, nuovo allenatore e nuovi giocatori. Ma questo scenario è pura utopia.

Oggi la situazione è ben diversa: nessuno fa niente perché nessuno è in grado di fare qualcosa

Con tempistiche bibliche qualcuno all’interno della Fiorentina è chiamato a scegliere il nuovo direttore sportivo. Al momento il ballottaggio è tra Giuntoli e Petrachi: entrambi hanno però chiesto garanzie sul progetto Fiorentina, e oggi garanzie non ce ne sono.

Garanzie anche tecniche: completa libertà sull’allenatore e sulla squadra. Insomma chiunque arrivi a Firenze vorrà gestire questa situazione, calcisticamente drammatica, in prima persona. Con Commisso lontanissimo e Ferrari incapace di poter interferire è facile pensare che il prossimo ds della Fiorentina possa avere tutte queste libertà. Anche perché sarebbe solo un altro capro espiatorio da poter sacrificare qualora le cose dovessero andare male.

Giuntoli o Petrachi dunque, ma, perché no, anche Goretti (il quale punterebbe al ritorno di Palladino in panchina). Insomma in casa Fiorentina al momento, come del resto succede da sempre, regna la confusione. Correnti interne che spingono da una parte o dall’altra. Dirigenti che sostanzialmente agiscono a livello personale e non da squadra o da società. Insomma il rischio di complicare ulteriormente la situazione è concreto.

E nel frattempo? Domani nel ritiro del Viola Park si definirà l’addio di Pioli: da capire se con un esonero o con delle dimissioni. Pioli, va detto, è responsabile esattamente come i dirigenti di questa situazione. Per quanto costruita male non è pensabile che la rosa della Fiorentina possa valere il penultimo posto in campionato e che possa essere la seconda indiziata alla retrocessione.

Pioli non ha mai capito la squadra e la squadra non ha mai capito Pioli

Tutti responsabili tutti artefici del naufragio collettivo. Ma, come detto, il faccia a faccia servirà giusto a capire come sarà l’addio di Pioli. In aumento le possibilità di vedere promosso Galloppa per Mainz e Genoa, e poi si aspetterà il nuovo ds e il nuovo allenatore.

Intanto tocca sperare, non si sa più in cosa, ma sperare che qualcuno nella Fiorentina abbia un barlume di lucidità per fare qualcosa. Qualcosa, possibilmente, di sensato, qualcosa dunque, mai visto in questa stagione.

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