Al Franchi domani torna il Cholito. A Firenze una parentesi intensa ed anche dolorosa, è reduce dalla tripletta al Verona
Breve, ma intensa, con una punta di rammarico/rimpianto che fa sempre da contorno a queste storie. La storia tra la Fiorentina e Giovanni Simeone, finita abbastanza velocemente e con tutti i crismi sopra riportati, perché il rapporto ha vissuto punte alte, prima di concludersi nel momento in cui il club di Commisso ha ricevuto un’offerta importante per cedere l’attaccante argentino. Offerta che è arrivata nell’estate 2019 dal Cagliari, a cui ha fatto seguito – non tanto subito, quanto soprattutto con il trascorrere delle partite in maglia Hellas – il solito bagaglio di se. Se Simeone, fosse rimasto a maturazione completata, se avesse avuto più tempo, se le condizioni della squadra intorno a lui fossero state altre eccetera eccetera: senza tuttavia malumori, com’è giusto che sia quando certe storie lasciano comunque un buon sapore in bocca, scrive stamani Il Corriere dello Sport.
E sarà così domani, quando il Verona di Simeone (che si presenta con 15 gol segnati, di cui 3 domenica scorsa al Venezia dopo un digiuno che durava da dicembre) farà visita al Franchi e il ritorno del “Cholito” non sarà come tanti altri. Certamente non sarà com’è stato quello di Vlahovic pochi giorni fa. Avrà altre sfumature e altre connotazioni al ricordo del percorso insieme tra il 2017 e il 2019, fatto complessivamente di 80 partite e 22 gol in una Fiorentina discontinua e in mezzo a molti problemi di rendimento e di identità (specie nella seconda stagione in comune), anche se appunto le strade si sono separate. Ma il contributo di Simone c’è stato: con i gol come si richiede a un attaccante (14 reti in Serie A nell’annata d’esordio), con l’impegno e l’abnegazione alla causa, perché questo è il suo tratto caratteriale distintivo al di là delle doti e dei limiti tecnici, con una presenza costante dentro gli umori del pubblico fiorentino, sia che questo si prodigasse in elogi dopo una buona prestazione e sia viceversa facesse prevalere le critiche che non mancano mai in un rapporto tra un calciatore e la tifoseria.
Di
Redazione LaViola.it