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Ag. Okaka a VI.IT: “Carico per la Fiorentina. Vlahovic è il passato, sbagliato fare paragoni”
Le dichiarazioni del fratello-agente dell’attaccante del club turco
Dopo il pareggio contro il Riga nella prima giornata della fase a gironi, stasera la Fiorentina affronta in trasferta l’Istanbul Basaksehir. I turchi sono in testa al girone grazie alla vittoria contro l’Heart e sono reduci da 12 gare senza sconfitte tra tutte le competizioni. Una formazione allenata da una vecchia conoscenza italiana come Emre Belözoğlu, e con alcuni ex Serie A come Duarte, Biglia e Okaka. Per avvicinarci alla partita, LaViola.it ha contattato Carlo Okaka, fratello e agente dell’attaccante del club arancioblu:
Ha sentito suo fratello nelle ultime ore e come commenta il suo momento?
“Parliamo tutti i giorni, di calcio e famiglia. Lo sento sereno, motivato e carico. A Istanbul sta da dio. Sul campo ha risposto alla grande con prestazioni e gol per la qualificazione in Conference. Quest’anno si sono confermati: hanno raggiunto la fase a gironi e sono secondi in campionato. Bilancio pienamente positivo”.
Si affrontano due squadre che vivono momenti opposti?
“Il Basaksehir è in completa ascesa, la Fiorentina non sta rispettando le attese, ma nei singoli non ha nulla non ha nulla da invidiare alle squadre forti del campionato. Probabilmente, la problematica è mentale, una buona prestazione potrebbe far scattare quel click. È una squadra costruita bene, ma quando le cose non girano puoi anche essere il Real Madrid. Vediamo oggi…Deve solo ritrovare la consapevolezza della propria forza e ottenere quei risultati che ha l’obbligo di raggiungere”.
Che squadra è l’Istanbul Basaksehir?
“È un club nato nel 2014, non ha una grande tifoseria perché a Istanbul ci sono già 3 società come Besiktas, Fenerbahce e Galatasaray. Lo scorso anno, al momento dell’arrivo di mio fratello erano terzultimi ed è stato questo a far scattare la molla a Stefano: voleva riportare in alto questo club. Sono risaliti in silenzio, ma c’è stato un momento chiave: quando è arrivato Emre, allenatore di carattere, che pretende tanto dai ragazzi, ha portato qualità e mentalità che poi si sono convertiti nei risultati ottenuti”.
Nella Fiorentina c’è un problema a livello realizzativo?
“Se ne parla tanto, perché se c’è la prestazione e poi non vinci conta poco. L’attaccante ha il compito di fare gol, ma capitano situazioni in cui non so riesce a raggiungere ciò che si vuole: serve pazienza, cosa che in Italia un po’ manca. Non credo che chi lavora nella Fiorentina abbia scelto Cabral e Jovic a caso. Prima o poi si sbloccheranno, le qualità ci sono”.
La cessione di Vlahovic e il mancato riscatto di Torreira stanno incidendo sul rendimento dei viola?
“Secondo me la Fiorentina sta soffrendo questo: lo scorso anno aveva Vlahovic, che a livello di numeri era stato impressionante, e poi è stato venduto, l’errore è fare paragoni con chi lo sostituisce perché è la cosa più sbagliata in assoluto. Vlahovic è il passato. Credo che la Fiorentina abbia fatto delle scelte ponderate, così come per Torreira. Un po’ di penalizzazione tecnica ce l’hai non avendoli, ma è normale”.
Suo fratello ha avuto la possibilità di tornare in Italia questa estate?
“Dopo la scorsa stagione tanti club si sono fatti avanti per un ritorno di Stefano in Italia, perché è un giocatore che ha assaggiato la Serie A a 16 anni, poi ha girato l’Europa e ha completato la sua maturazione. Ha doti tecniche e fisiche, ed è appetibile per ogni società di Serie A. Non mi meraviglio dell’interesse per lui, ma Stefano ha preferito restare perché ha raggiunto l’Europa col Basaksehir, si diverte e a Istanbul vive bene. Tante società inglesi, spagnole e dagli Emirati hanno presentato delle offerte, ma Stefano ha sempre ribadito di voler rimanere. Quando sarà il momento di andare in altri lidi se ne parlerà”.
Pradè lo ha avuto alla Roma e all’Udinese: c’è mai stata la possibilità di venire a Firenze?
“Pradè è un grandissimo professionista che lo conosce da quando era bambino. Stefano ha un rispetto esagerato nei confronti del direttore, così come la nostra famiglia, e credo e spero che sia reciproco. Anni fa, qualche idea parlando del più e del meno poteva essere venuta fuori, ma da lì a chiudere l’operazione ce ne passa…”.