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Editoriali

Addio Kalinic con l’ennesima polemica. Testa al Real: difficile evitare figuracce; poi la Samp e quella speranza sul mercato

Con la giornata di ieri si è chiusa ufficialmente la telenovela Nikola Kalinic, che ha tenuto occupata la Fiorentina per quasi tutta l’estate. Una trattativa lunghissima, che si è articolata tra le intenzioni (smentite) della società di trattenere il croato, l’immediata risposta di Nikola (che ha dichiarato apertamente di volere solo il Milan), il raffreddamento dell’operazione dettato dalla volontà rossonera di puntare su altri attaccanti. Infine, vista l’impossibilità per il club milanese di arrivare a nomi più altisonanti di quello del croato, è arrivata la chiusura della trattativa. Non priva di momenti poco professionali (per usare un eufemismo), come il certificato medico presentato da Kalinic alla Fiorentina per “instabilità emotiva”.

Poteva mancare un ultimo episodio volto a far storcere la bocca ai tifosi viola? No di certo. Difatti, durante la presentazione a Casa Milan di Kalinic è arrivata la frase poco felice del Ds rossonero Mirabelli: “Ora basta scherzare, metti la palla dove sai. Sennò ti rimandiamo là”. Quel “là” agli occhi della società gigliata (e non solo) è apparso come un’offesa alla Fiorentina. E allora, nell’estate dei comunicati, i viola hanno arricchito la bacheca di violachannel con un altro avviso, volto a tutelare l’immagine della Fiorentina e di Firenze, secondo le parole usate dalla stessa società gigliata.

Può piacere o meno che la Fiorentina risponda ad ogni minima provocazione subita dall’esterno, è comunque legittimo per la società scegliere di muoversi in questa direzione. Ancor più se la società rappresentata da Mirabelli (il quale ha prontamente replicato) è proprio quella che domenica non si è presentata ai microfoni di Sky a causa della frase di una giornalista che, in merito al mercato faraonico rossonero, ha sollevato un dubbio di cui si è discusso per tutta l’estate.

Comunque sia, Nikola Kalinic e le immancabili polemiche sono il passato. Il futuro prossimo per la Fiorentina si chiama Real Madrid, squadra che i viola affronteranno stasera al Bernabeu, in ricordo della storica finale di Coppa dei Campioni che la Fiorentina disputò esattamente sessant’anni fa proprio contro le merengues. Il rischio della figuraccia c’è eccome. Nonostante sia un’amichevole, la precedente batosta con l’Inter e il gigantesco divario tecnico tra le due squadre fanno pensare che non ci sia partita. Nell’estate del 2014 la Fiorentina riuscì a spuntarla con il Real Madrid (1-2 firmato Gomez e Alonso), ma era decisamente un’altra Fiorentina. Si parla dell’ultima versione targata Vincenzo Montella, destinata a raggiungere semifinali di Europa League e quarto posto in campionato. L’unico superstite di quella Fiorentina è Nenad Tomovic; inutile aggiungere altro.

Comunque sia, è giusto che i viola onorino il ricordo di quella finale del 1957; uno che ha giocato quella finale come Magnini la ricorda così: “Nel Bernabeu c’era un silenzio tombale, perché avevano tutti e 110.000 paura di perdere, se cascavano 10 lire si sentiva il rumore” (clicca qui per leggere tutta l’intervista). Da non sottovalutare la componente economica: gli introiti dati da un’amichevole di grande prestigio sicuramente avranno fatto gola a Cognigni e compagni. Appuntamento domani sera, ore 22.45, in diretta su Canale 5.

Dopo questa parentesi di prestigio si tornerà alle partite che contano, con Pioli chiamato a preparare al meglio la prima sfida casalinga contro la Sampdoria. Inutile girarci intorno: sebbene i blucerchiati siano un avversario meno proibitivo dell’Inter, sarà difficile vedere ad una settimana di distanza dal mezzo disastro di San Siro una rosa che si avvicini al concetto di “squadra”. Occorre pazienza, è probabile che solo dopo la sosta per le nazionali potremo avere un’idea di quello che sarà la Fiorentina 2017-18. Purtroppo, le tardive tempistiche di mercato si pagano, e la confusione vista a San Siro ne è la prova.

A proposito di calciomercato, sembra proprio che la Fiorentina abbia chiuso con il mercato in entrata. Ci si augura che non sia così: se è vero che a livello numerico la rosa può dirsi completa, ci sono alcuni settori che proprio non convincono; in primis gli esterni bassi. La speranza è che Corvino riesca a portare a Firenze quantomeno un altro terzino destro, in modo che Pioli possa contare su un profilo di altra fascia rispetto all’incognita Gaspar e al solito Tomovic.

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