Rassegna Stampa

Adani: “La Viola è tornata a fare calcio in tre mosse. Vlahovic tra un anno…”

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L’ex Fiorentina e Inter parla della sfida di domani: “Italiano ha dato identità, mancava uno come Burdisso. Dusan e Inzaghi…”

Daniele Adani, ex difensore di Fiorentina e Inter e commentatore tv, ha parlato alla Gazzetta dello Sport della sfida di domani. Partendo proprio dai viola: «Squadra che è tornata a fare calcio, grazie a tre mosse intelligenti: tenere Vlahovic, piazzare tre-quattro acquisti funzionali e prendere Italiano come allenatore. In più, ora c’è un direttore tecnico come Burdisso: un vero uomo di calcio, che ha fatto bene al Boca e che tanto mancava al calcio italiano».

ITALIANO. «Sa dare identità alle sue squadre. E non lo scopro di certo adesso, già a Trapani si vedeva. Alla Fiorentina ha dato subito la sua impronta, non parlo solo dal punto di vista tecnico-tattico, ma soprattutto da quello motivazionale, coinvolgendo tutti nel gruppo. Anche chi sembrava fuori o veniva fischiato in passato. A Genova è stato decisivo Saponara, che i tifosi viola manco si ricordavano più fosse in rosa. Sono segnali importanti, di un gruppo ritrovato e di un lavoro sul campo importante. Il campo, è lì che un tecnico fa la differenza».

INZAGHI. C’è chi dice che Simone Inzaghi stia semplicemente “gestendo” il lavoro di Conte. «Sbagliato. Semmai Simone si è trovato un sistema forte, basato su parametri di fiducia e conoscenza, e poi ci ha messo delle varianti che non tolgono, ma al momento aggiungono. Inzaghi dà più libertà e creatività, lo vedi dagli sganciamenti di Skriniar o dalle incursioni di Brozovic, che con Conte erano molto più rare. E chissà come avrebbe reso Eriksen con questi nuovi principi…».

VLAHOVIC. La Fiorentina vince se… «Vlahovic la trascina. E non intendo con i gol, ma con il lavoro per i compagni, contro una difesa forte come quella dell’Inter. A Bergamo lo ha fatto alla grande e la Viola è tornata a Firenze con i tre punti». E’ così forte? «Non so ancora dire se può essere un centravanti top in una big per 10 anni. Ma sono sicuro che Vlahovic non è uno a cui si può dare limiti: ha la cattiveria di chi migliora di continuo. Il suo problema può essere peccare di esuberanza, voler fare troppo». Lo vede a lungo a Firenze? «Sincero? No. Per me tra un anno sarà altrove. E se l’Inter avesse avuto i soldi un mese fa…».

INTER. L’Inter vince se… «Palleggia e detta il ritmo. Ha un collettivo più forte, non deve fare la partita che vuole la Fiorentina, ma gestire le pause, anestetizzare l’avversario. Quando lo fa, diventa dura affrontarla. Se invece resta passiva come contro la Sampdoria, allora rischia».

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