
La Fiorentina ‘vede’ la salvezza, Beppe tra soddisfazione e qualche rimpianto. La ‘partita’ con Vlahovic e il futuro da scoprire al più presto
Un doppio, enorme, sospiro di sollievo nel giro di 20 ore. Dal 2-0 della Fiorentina contro la Lazio nell’anticipo del sabato al successo del Cagliari a Benevento nello scontro diretto di domenica pomeriggio. Scacco matto verso la salvezza per la squadra di Iachini, che in un turno sulla carta non certo favorevole trova finalmente lo scatto decisivo verso la permanenza in Serie A. L’urlo liberatorio al 90′ al Franchi, l’esultanza negli spogliatoi già raccontavano di una partita spartiacque, il risultato del Vigorito ha poi certificato che l’obiettivo minimo della salvezza è ormai ad un passo.
AD UN PASSO. La Fiorentina è ora 13° a +7 dal Benevento terz’ultimo, con anche lo scontro diretto a favore: vincendo a Cagliari i viola possono ufficializzare la salvezza, altrimenti possono sperare che la squadra di Filippo Inzaghi non vinca due ore più tardi a Bergamo contro l’Atalanta 2° in classifica. Insomma, manca solo la matematica certezza. Alla vigilia di questa settimana clou era difficile immaginare di poter arrivare ad una situazione così favorevole, ma con merito stavolta la Fiorentina non ha tradito. Perché al termine di una stagione piena d’ansia, paure, difficoltà, enormi contraddizioni e ‘arricchita’ con il doppio cambio in panchina, alla fine è arrivato lo scatto che fa vivere con un po’ meno ‘patemi’ gli ultimi 270′ di campionato.
FEELING. Contro la Lazio, tra le squadre più in forma del momento, a parte qualche sbavatura, la Fiorentina ha fatto la sua partita, con una prova attenta, concreta, solida. Andando a rispondere colpo su colpo anche quando la gara si è fatta ‘maschia’. Concedendo solo tre tiri nello specchio. Merito anche di Iachini, che ha ‘morso’ i suoi dall’inizio alla fine. Spesso anche entrando in campo, consapevole col passare dei minuti che il risultato che stava maturando al Franchi avrebbe potuto essere decisivo. Tanto che anche Ribery, nel finale, è andato a calmare l’impeto del tecnico viola, letteralmente scatenato. Segnali e atteggiamenti, insieme all’abbraccio finale e alla festa negli spogliatoi, così come alle reazioni sui social, che hanno fatto capire ancora una volta il feeling che si è ricreato in queste settimane tra il gruppo e l’allenatore.
IL RAMMARICO DI BEPPE. Tanto che lo stesso Iachini, dopo il match del Franchi, si è lasciato andare ad una ‘piccola’ nota di rammarico sulla stagione viola: “All’inizio del campionato non c’è stato neanche modo di lavorare, dopo 7 partite sono andato a casa. Avevamo fuori Pezzella, Pulgar, altri giocatori, qualcuno con il Covid, quattro giocatori presi l’ultimo giorno di mercato. Resto convinto che con questo gruppo avremmo potuto fare un percorso diverso, da metà classifica quanto meno”. Il suo rimpianto, insomma, è di non aver potuto portare avanti il percorso cominciato ad inizio anno. Quando gli si chiedeva una Fiorentina più offensiva, che giocasse un calcio più d’attacco. Senza considerare però le difficoltà, la squadra costruita che poi ha palesato le sue grandi lacune, e le caratteristiche di un allenatore che, da curriculum, raramente aveva proposto quel calcio più propositivo che tutti si aspettavano. Insomma, una delle tante contraddizioni di un’annata fortunatamente in dirittura d’arrivo. A Iachini va dato il grande merito di essere tornato in corsa e di aver inciso subito, con “8 punti nelle ultime 4 partite”, come ha sottolineato Beppe, che in effetti nel suo ritorno aveva tutto da perdere. Come immagine e non solo.
SUPER DUSAN. Invece sta conducendo di nuovo la nave nel porto sicuro salvezza. Certo, resta l’interrogativo, grande, su quale sarebbe stato il presente e il futuro di Vlahovic senza l’esonero di Iachini a novembre: un giocatore che in effetti Beppe ha sempre difeso anche dalla prospettiva di prendere un altro attaccante importante che potesse oscurare la crescita sua e degli altri giovani, ma nei fatti Dusan era sempre in ballottaggio con Cutrone e Kouame e solo la continuità di Prandelli ha portato poi a sbloccarlo psicologicamente e a livello tecnico-tattico. Vlahovic ha continuato poi a segnare anche con il ritorno di Beppe, con 9 gol nelle ultime 7 partite. Consacrandosi e dimostrando la sua evoluzione al di là della guida tecnica.
AL BIVIO. Proprio sul rinnovo di Dusan, del resto, si giocherà gran parte della partita sul futuro della Fiorentina. Il giocatore più forte di questa squadra, un ‘9’ che mancava da anni e ancora con ampi margini di miglioramento. 21 gol in una squadra che ha spesso fatto fatica a fare gioco e creare occasioni sono tanta roba, il fatto che sia solo dietro Toni tra i bomber degli ultimi 20 anni di Fiorentina, e che sia solo dietro a Lewandowski e a Messi tra i giocatori per gol fatti nei top campionati europei nel 2021 (17, contro i 22 del polacco e i 21 dell’argentino) fa capire ancor di più la dimensione in cui è entrato il classe 2000 viola. Avrà Commisso la forza per tenerlo? Non solo economica, ma evidentemente soprattutto di ambizioni e programmi futuri. Per un giocatore che ha sempre palesato la sua ambizione, fin dagli scorsi anni. Tra i due c’è un forte legame, così come Dusan ha spesso rivelato il forte legame con la Fiorentina. Ma di fronte alle lusinghe dei top club europei, la battaglia sarà dura.
SENSO D’ATTESA. Chissà, a breve capiremo. E mentre tra le ipotesi circola anche la possibilità che possa restare a Firenze anche senza rinnovo di contratto, e con Commisso che nelle ultime ore ha scherzato anche sui palleggi ‘portafortuna’ fatti nelle scorse settimane (come a dire: ‘E’ anche un po’ merito mio se sei arrivato a questi livelli’, e in generale è merito anche della Fiorentina se è riuscito ad esplodere), c’è curiosità per le decisioni che lo stesso presidente viola annuncerà a salvezza acquisita. “Vi dirò dopo Cagliari“, ha fatto sapere Rocco, dando così appuntamento nei prossimi giorni.
NUOVO ALLENATORE? Del resto, dai rinnovi pesanti (in primis Vlahovic e Ribery) alle scelte sul nuovo tecnico e sull’assetto dirigenziale, tante le mosse da annunciare nelle prossime settimane. Già, ma cosa potrebbe annunciare Commisso già a Cagliari (in caso di matematica salvezza)? Qualcuno si aspetta già il nome del nuovo allenatore, anche se in realtà i profili fin qui più accostati (da Juric che si è sfogato contro la società dell’Hellas a De Zerbi, fino a Gattuso e a Marcelino come opzione estera) sono ancora sotto contratto. E quindi sarebbe difficile annunciare l’accordo con un tecnico legato ad un altro club. Così come sarebbe pure per la vera suggestione, quella legata a Sarri, ancora ufficialmente sotto contratto con la Juve.
IMPARARE E RIPARTIRE. Vedremo, di sicuro monta l’attesa. Anche perché adesso l’obiettivo salvezza è (finalmente) a portata di mano, e da parte di tutti non si vede l’ora di archiviare questa stagione fatta di sofferenza. Sarà il momento, necessario, poi di analizzare tutto, da errori e scelte sbagliate e quel poco di buono che invece c’è da salvare. “Io non pensavo di salvarmi a tre giornate dalla fine dopo tutti i soldi spesi. Mi aspettavo di fare di più e di arrivare nella parte sinistra della classifica. Però si impara e si va avanti”, ha confidato Commisso, facendo una sorta di mea culpa o comunque comprendendo che più di qualcosa non è andato per il verso giusto. Imparare dagli errori, spesso, è il modo migliore per crescere. Farlo annunciando un allenatore con un progetto di calcio preciso, riuscendo a creare una struttura dirigenziale in grado di assecondarlo e ‘proteggerlo’, magari convincendo anche il tuo miglior giocatore a sposare il nuovo ciclo, sarebbe un gran modo per tirare una linea e ripartire con la giusta ambizione.

Di
Marco Pecorini