Editoriali
Abbondanza e nuove risorse: il nuovo centrocampo viola, aspettando il mercato
Nato come reparto a tre, diventato a ‘due più uno’: la strada è tracciata. Sul mercato la priorità è sfoltire… con la variabile Amrabat
Dal centrocampo a tre al reparto a ‘due più uno’. Un’evoluzione resa necessaria dai risultati deludenti e dalla scarsa pericolosità offensiva. Aggiunto un uomo sulla trequarti, data più sostanza alla mediana. Con un giocatore fondamentale per gli equilibri, Amrabat. Ed un altro meno straripante ma comunque utile per Italiano: Mandragora. Non a caso, l’ex Torino, titolare in 13 delle ultime 14 partite della Fiorentina da metà settembre. E se non sempre le sue prestazioni sono state sopra la sufficienza, per il tecnico è stata una pedina importante per il rinnovamento tattico.
IN USCITA. Fatto sta che proprio in mezzo al campo sono nate nuove gerarchie e nuove necessità. Uno come Maleh, ad esempio, è via via uscito dai radar (solo 33′ giocati e ben 10 partite fuori da metà settembre), mentre Duncan, ritrovata una discreta condizione fisica, è tornato ad essere un fattore necessario nelle rotazioni. Per Zurkowski, invece, solo le briciole, per problemi fisici e non solo: se già ad inizio anno c’erano pochi spazi come mezz’ala, il nuovo sistema di gioco ha chiuso ancora più possibilità. Tutto questo avrà riflessi in chiave mercato: sia il polacco che Maleh infatti potrebbero andare a giocare altrove. Il primo probabilmente a titolo definitivo, il secondo in prestito.
RISORSE. Dall’abbondanza, però, si rischierebbe di andare in deficit là in mezzo. Anche se in queste settimane Italiano ha lavorato per aggiungere risorse in quella zona di campo. Non solo Barak, inserito nei due centrali in più di un’occasione, anche se con caratteristiche ovviamente più offensive rispetto ai compagni. Ma anche i giovani. Perché Bianco e Amatucci, ad esempio, non hanno certo sfigurato nelle uscite invernali. Anzi. Più avanti il primo, classe 2002, anche a livello fisico, ma anche il secondo (2004) ha ottime prospettive. In una Fiorentina che ha problemi di liste e che dice di voler puntare sui prodotti interni, due belle speranze non da poco. Anche se poi serve anche il coraggio di mandarli in campo, questi ragazzi, in mezzo alla pressioni di una stagione subito ‘di rincorsa’ in cui gli errori ammessi sono ormai ridotti al minimo.
VARIABILE AMRABAT. Si diceva del mercato. Prima servirà sfoltire, poi chissà. In mezzo la variabile Amrabat. Un giocatore atteso di nuovo protagonista in viola dopo il clamoroso exploit Mondiale. Da valutare i suoi problemi alla schiena, così come la capacità di calarsi in una dimensione diversa rispetto a quella vissuta in Qatar. Con il suo ct e le persone a lui più care che continuano a ‘spingerlo’ verso i top club europei, quelli che giocano per vincere la Champions e i campionati. A Firenze sarà ovviamente diverso, ma qui resta un perno fondamentale. E lui è sempre stato riconoscente alla società e a Italiano, che lo hanno difeso quando le cose non andavano bene (fino a 10/11 mesi fa non giocava, vale la pena ricordarlo). Chiaro che giocare con o senza Amrabat là in mezzo fa tutta la differenza del mondo per la Fiorentina, ma per il momento la società non ha intenzione di privarsi di un giocatore così. Cosa farebbe in caso di offerta da 40 o più milioni? Bel punto interrogativo, ma per il momento resta tale.
LA VOGLIA DI CASTRO. Tornando al campo, c’è poi un’altra variabile non da poco: il rientro di Castrovilli. Energia, voglia di fare, qualità e classe. Doti che potranno dare un grande impulso al gioco di Italiano. Servirà pazienza, è chiaro, nessuno vuole rischiare. Ma il 10 viola è uno che può spostare gli equilibri, anche con la sua grande carica. Può essere impiegato nei due di centrocampo, ma anche come trequartista. Un jolly nel famoso ‘due più uno’ del 4-2-3-1. Un po’ come Bonaventura, che però si sta specializzando soprattutto sulla trequarti, cosa che ha fatto molto bene anche in carriera. Inserimenti e gol, ma anche regia offensiva. La nuova veste del centrocampo viola.
