È nuovamente matchday per la Fiorentina, giunta alla sua sesta partita in 17 giorni. La squadra di Italiano arriva a Udine non senza problemi, visti i forfait di Gonzalez, Duncan e Bonaventura, ma con l’obiettivo di ritrovare la vittoria in campionato, che manca dalla prima giornata con la Cremonese.
Mai come in questa stagione sarà difficile prevedere l’atteggiamento e l’approccio dei viola alle partite. In un campionato compresso a causa dei Mondiali invernali, l’alternanza tra coppe e Serie A sarà serrata come mai si era visto, soprattutto in questa prima metà di stagione. Il che significa che il calo di tensione è sempre dietro l’angolo, visto che (come afferma lo stesso Italiano) spesso la Fiorentina si dovrà allenare giocando le partite.
Il pericolo si intensifica quando di fronte c’è un avversario sulla carta inferiore come l’Udinese e alle porte c’è una partita importante come quella di sabato (LA partita, contro la Juventus). I viola giungono però alla sfida del Friuli forti di un’ottima prestazione contro il Napoli, arrivata dopo una sfida come quella di ritorno col Twente, provante sia dal punto di vista fisico che soprattutto sotto l’aspetto delle energie nervose. In tanti si aspettavano un legittimo calo da parte dei viola contro un avversario fortissimo pochi giorni dopo la qualificazione ottenuta in Conference. Invece, coi partenopei Biraghi e compagni hanno dimostrato grande solidità e personalità in un match tosto, ‘alla inglese’ per l’intensità mostrata da ambo le squadre.
SOLITO LIMITE. Se la fase difensiva sta acquisendo sempre più sicurezza, il neo resta sempre la fase offensiva. E i tre 0-0 consecutivi firmati dai viola non hanno bisogno di tante interpretazioni. Quando arriva sulla trequarti, la Fiorentina fa fatica a creare occasioni da gol pericolose. E quando ci riesce (come col Twente) fa anche fatica a buttarla dentro. Uno come Barak potrà certamente aiutare sotto l’aspetto della pericolosità offensiva, ma è chiaro che, a prescindere dall’apporto del ceco, è il reparto d’attacco a dover produrre di più.
ESTERNI. Tante delle fortune del gioco di Italiano passano dal rendimento degli esterni. Detto che la Fiorentina non ha praticamente mai avuto il suo miglior attaccante esterno (Gonzalez) e non lo avrà nemmeno a Udine, dagli altri ci si attende qualcosa in più. Non tanto da Sottil, che è partito alla grande e che col Napoli è stato l’unico a provarci con continuità. Anche se appare cresciuto sotto questo aspetto rispetto all’anno scorso, a Ricky si chiede un ulteriore miglioramento nelle scelte: coi partenopei in un paio di occasioni le sue sgasate avrebbero potuto portare a risultati migliori con delle letture diverse. Ma resta un inizio promettente quello del classe 1999, che stasera vivrà un derby familiare con suo padre Andrea, tecnico dell’Udinese, e di certo non vorrà sfigurare. Tutt’altro che promettente è stato l’inizio stagione di Ikoné e Saponara: il primo è stato fin qui ancor più inconcludente dei primi 6 mesi in viola, il secondo appare in ritardo di condizione fisica.
L’UOMO CHE NON TI ASPETTI. Ecco che con l’Udinese potrebbe nuovamente toccare a Kouame, che invece fisicamente sta molto bene sin dal ritiro di Moena. Con il mercato aperto non si può mai avere certezze assolute, ma pare che ormai l’ivoriano sia destinato a restare a Firenze, convinto di poter trovare spazio anche qui (sebbene lui preferirebbe giocare da prima punta che da esterno). Partito come esubero, l’inizio di stagione dell’ex Genoa è andato al di là delle più rosee aspettative (che rasentavano lo zero) grazie soprattutto all’ottima prestazione contro la Cremonese e il buon ingresso in campo col Napoli. L’obiettivo ora è confermarsi, far capire a tutti che non si tratta di un fuoco di paglia. Contro i friulani avrà una grande occasione per mettersi in mostra. Così come la avrà Cabral.
TOCCA AD ARTHUR. Finora si è parlato di esterni, ma è chiaro che anche i centravanti devono dimostrare di più. Jovic fa intravedere il bel giocatore che potrebbe essere, ma che al momento non è. L’obiettivo è sempre quello di “riattivarlo”, per usare le parole del tecnico gigliato. Cabral è certamente meno scintillante, ha piedi meno educati e movimenti più macchinosi. Tuttavia, si è fatto apprezzare per il suo grande impegno sul campo ed è molto più avanti nella condizione fisica rispetto al serbo. A differenza di Jovic, infine, è un centravanti puro, dato da non sottovalutare in una squadra che come necessità primaria ha quella di ritrovare il gol.
VERSO UDINE. Ci si augura di ritrovarlo già stasera, ore 18.30, quando la Fiorentina affronterà una trasferta sempre difficile come quella con l’Udinese. Una squadra che l’anno scorso in trasferta venne sconfitta dai viola, ma che rifilò loro un pesantissimo 0-4 in casa che è impossibile dimenticare. Anche stavolta Italiano cambierà diversi uomini, almeno cinque, rispetto al pareggio col Napoli. Quasi certamente, vista l’emergenza nel reparto, ritroveremo dal 1′ il neo acquisto Barak, il che suscita ulteriore interesse sulla partita. I tre punti sono alla portata, sta alla Fiorentina dimostrare di non subire i tanti impegni ravvicinati e far vedere in campo la giusta concentrazione e intensità. Ogni partita è un nuovo esame di maturità.

Di
Marco Zanini