Contava poco in termini numerici e di classifica la sfida contro il Milan, ma la goleada al passivo di San Siro ha lasciato strascichi sul finale della stagione viola. Un’annata complicata, di transizione come è stato ripetuto più volte, passata per la tragedia del 4 marzo e per la grande reazione di tutto il gruppo. L’1-5 contro i rossoneri ha portato conferme… in negativo. Una su tutte: ci sono tanti, forse troppi, giocatori ‘non da Fiorentina’. Senz’altro non da Fiorentina che vuole tornare a puntare per l’Europa.
Quest’anno la rincorsa del gruppo di Pioli, partito in ritardo con il lavoro dopo una totale rivoluzione e segnato dalla perdita del Capitano, ha portato la squadra oltre i propri limiti. Da adesso dovrebbe scattare una fase due: mantenimento dell’ossatura di base e inserimento di pedine mirate per migliorare i ruoli carenti. Riuscira a farlo la Fiorentina? A parole è questo il programma per l’estate, ma i fatti dovranno confermarlo nelle prossime settimane.
“La società sa ciò che voglio: pochi giocatori ma con alta competitività all’interno della rosa”, ha ribadito Pioli nell’ultima conferenza stagionale. La Fiorentina avrà la forza economica per mantenere quegli 8-9 ‘pilastri’ individuati dal tecnico, e implementare la rosa con 4-5 possibili titolari? Il cda in programma entro un paio di settimane dovrebbe definire questi aspetti tecnici, poi c’è un’altra questione da verificare. Avranno, Corvino e Freitas, le idee giuste per soddisfare le richieste di Pioli?
Perché Paulo Sousa parlava di ‘omelette’ e ‘uova’, ma al di là di sofismi dialettici di stampo portoghese è chiaro che per puntare seriamente all’Europa ci sarà bisogno di un certo tipo di Fiorentina. Lo ha ribadito anche Pioli, con sincerità e onestà: Juve, Napoli, Roma, Lazio, Inter e Milan sono destinate a partire davanti ai viola anche nella nuova stagione, servirà quindi qualcosa di importante per avvicinarsi e stare davanti alle varie Atalanta, Torino e Sampdoria.
E in questo senso, bisognerà anche piazzare quei tanti giocatori oggi ‘non da Fiorentina’. Maxi Olivera, Cristoforo, Bruno Gaspar, Gil Dias, Dragowski, fino probabilmente Eysseric, Thereau e Falcinelli: molti di loro erano in campo contemporaneamente a San Siro, e i risultati si sono visti. Giocatori arrivati a Firenze nelle ultime sessioni di mercato, ma che difficilmente potranno avere un futuro in rosa. Anche se altrettanto complicato sarà incassare qualcosa per le loro cessioni (al di là di chi è in prestito). Insomma, non sarà una rivoluzione (e non dovrà esserlo) come un anno fa, ma buona parte del gruppo potrebbe cambiare. Perché poi ci sono anche altre riflessioni che sono state fatte e dovranno esser fatte a breve.
A partire da Marco Sportiello. Tutt’altro che sicuro il suo riscatto dall’Atalanta, Pioli e Corvino stanno riflettendo sul ruolo di portiere e valutando le alternative. Si può puntare a qualcosa di meglio a quella cifra? O magari con qualche formula economica particolare? Cragno, Meret, Consigli, si sono fatti dei nomi italiani ma probabilmente l’alternativa giusta non è ancora uscita. Poi la questione Badelj: l’offerta di rinnovo dei viola è sul tavolo, ma il contratto da 1,3 milioni proposto non è certo economicamente allettante per chi va a scadenza, giocherà a breve il Mondiale e potrebbe avere altre offerte da oltre 2 milioni. Chiaro che gran parte dei programmi viola, in mezzo al campo, cambiano con o senza il croato. Tecnicamente, ma anche di leadership e personalità, visto il peso specifico di Badelj dentro e fuori dal campo.
Discorso a parte per Saponara: obbligo di riscatto dall’Empoli per 10 milioni, ma un punto interrogativo per il futuro. Specie a livello tattico: come vorrà giocare la nuova Fiorentina? Un anno fa la squadra era stata costruita proprio sul trequartista e intorno a Saponara, poi l’assetto era cambiato vista l’assenza prolungata del numero 8, fino a marzo e al suo (parziale) rilancio. Giusto riservare ancora a Saponara un ruolo chiave per l’impostazione di gioco? In caso di risposta negativa, chiaro che molti discorsi potrebbero cambiare, anche a livello tattico e di conseguenza per il mercato.
“Mi piacerebbe avere la rosa fatta al 70/80% per Moena”, ha detto Pioli chiudendo il 2017/2018. Già, lavorare d’anticipo potrebbe dare un bel vantaggio per la Fiorentina, dopo mesi passati a rincorrere. Ora la palla passa ai Della Valle e agli uomini di mercato.
Di
Marco Pecorini