Mercoledì da dentro o fuori per la Fiorentina. La fase offensiva flop dei viola contro la peggior difesa del campionato
“E’ la partita più importante della stagione. Mi dispiace sia così, ma la situazione è questa”. Le parole del Ds Daniele Pradè dopo il pareggio di domenica contro il Verona sintetizzano l’importanza di Lecce-Fiorentina di mercoledì. Uno snodo cruciale per il complicato campionato viola, al ‘Via del Mare’, con la Fiorentina a +7 dai salentini terz’ultimi a 6 giornate dalla fine. Importantissimo il punto conquistato in extremis con il Verona, che permette a Pezzella e compagni di andare a Lecce con un margine di sicurezza un po’ più ampio. Vietato, però, sbagliare: dalla possibilità di chiudere la pratica salvezza con una vittoria, all’incubo di essere risucchiati in ‘zona caldissima’ in caso di sconfitta. La Fiorentina si gioca tantissimo in Puglia.
SALVEZZA. Anche perché poi ci sarà la sfida con il Torino (altra possibile gara salvezza) e la doppia trasferta contro Inter e Roma. Chiudere i conti già a Lecce sarebbe fondamentale, ma serve una prova di grande determinazione. Quella non sempre messa in campo dalla ripresa del campionato, ma emersa nella parte finale del match con il Verona. Idee non troppo lucide ma voglia di riacciuffare il risultato, per una squadra messa sotto dal gioco dell’Hellas per larghi tratti di gara. Da De Zerbi a Juric, al Franchi si sono visti nelle ultime settimane allenatori che, con formazioni non certo di vertice, hanno saputo trasmettere alle proprie squadre idee chiare e una precisa impostazione di gioco. Quello che Commisso si augura di vedere con il nuovo ciclo che partirà nella nuova stagione.
IL FUTURO PUO’ ATTENDERE. Non è il momento, però, di pensare troppo al futuro. Anche se ritrovarsi di fronte Amrabat, migliore in campo che ha offuscato Castrovilli e gli altri con facilità disarmante, ha fatto capire quanto possa essere importante il suo innesto per la prossima stagione. Adesso, comunque, vietato pensare oltre la gara di Lecce. Da Chiesa a Milenkovic, in tanti dovranno discutere a breve il proprio futuro. Tra contratti in scadenza 2022 (come proprio Federico e Nikola) o a fine stagione (come Caceres e Badelj), nel giro di tre settimane si inizieranno a prendere decisioni che potranno portare qualcuno lontano da Firenze. Ma adesso la testa dovrà essere solo sul campo, sulla salvezza. E anche Iachini, alle ultime sei partite sulla panchina viola e con un futuro già segnato, dovrà essere abile a scegliere chi potrà garantire il massimo rendimento psico-fisico.
INVOLUZIONE. Non sarà facile tenere alta la tensione fisica e nervosa, ma l’importanza dell’impegno di Lecce dovrebbe essere chiara a tutti. La squadra, o almeno gran parte di essa, è con Beppe, lo dimostra l’abbraccio corale al tecnico dopo il gol di Cutrone a tempo scaduto e pure il dito a zittire (chi?) di Chiesa. Molti singoli sono in netta involuzione (Federico in primis, ma anche Castrovilli, Milenkovic, Caceres, Lirola, Vlahovic, Dalbert, Pulgar), la squadra già non aveva un gioco prima e a maggior ragione fa fatica a farlo vedere adesso, con le difficoltà ampliate dal giocare ogni tre giorni sotto al caldo estivo. Ma l’atteggiamento e la determinazione, quelli no, non possono essere sbagliati.
IL PROBLEMA DEL GOL. Per una squadra che, numeri alla mano, continua ad avere grossi problemi nel segnare. Contro il Verona Cutrone ha trovato il gol del pari oltre il 95′, in una Fiorentina che aveva in campo quattro punte insieme. Dalla ripresa, i viola hanno prodotto solo 6 reti in 6 partite: solo la Spal (3 gol) ha segnato meno. Nelle ultime gare Iachini ha optato per il tridente offensivo, ha ritrovato un Kouame che ha grande voglia di tornare ai suoi livelli e un Cutrone che ha sbagliato un paio di gol facili ma quanto meno ha siglato due reti da subentrato. Ha dato una chance a Sottil (che l’ha sprecata), mentre Chiesa (nonostante l’assist prezioso di domenica) pare lontano anni luce da un giocatore che dovrebbe valere 60-70 milioni. Così come Vlahovic, praticamente mai pericoloso nelle ultime gare giocate. Per fortuna c’è Ribery, anche col Verona tra i più propositivi nel primo tempo giocato: da valutare le sue condizioni fisiche per Lecce, ma dovrebbe farcela.
SNODO. Di fronte, mercoledì, ci sarà un Lecce che di contro ha la peggior difesa del campionato: 71 gol incassati in 32 gare, 15 in 6 partite post-Covid. Ma nelle ultime due sfide la squadra di Liverani ha dato segnali di ripresa, con 4 punti fatti tra Lazio e Cagliari e un solo gol subito. Servirà tanta attenzione, pazienza, giusto atteggiamento e tenuta mentale, per una Fiorentina spesso nervosa nelle ultime uscite. Dal ‘Via del Mare’ passa gran parte della salvezza. Vietato sbagliare.

Di
Marco Pecorini