Una delle prime sfide sarà quella di ritrovare solidità. Al Torino senza ‘fenomeni’ trend da Europa… con super Milinkovic-Savic
“Non possiamo fare gli errori commessi in Coppa: dobbiamo capire che in una partita ci sono più partite. Non si può prendere gol al 91’. Era un punto importante per respirare anche in Conference. Dobbiamo capire che se non riusciamo a vincere allora non bisogna perdere”. Dalle prime parole di Paolo Vanoli si capisce come una delle prime missioni da tecnico della Fiorentina sarà quella di rendere più solida la fase difensiva. Del resto è un mantra ripetuto spesso dagli allenatori: senza equilibri, senza numeri importanti in difesa si va da poche parti. Soprattutto in Italia. Ed è così che, specie nei momenti di difficoltà, si riparte spesso proprio mettendo particolare attenzione all’assetto difensivo. Una base per uscire dalle sabbie mobili e poi iniziare a ricostruire.
QUANTI ERRORI. Inevitabile che sia così, in particolare, per la Fiorentina. Negli occhi ancora i macroscopici errori contro il Mainz. Dei singoli e di squadra. Pablo Marì che dà una palla rischiosa a Ranieri, il colpo di tacco tentato dal capitano, la superficialità di Pongracic. E poi ancora Pongracic ‘addormentato’ sul gol al 94′, con Comuzzo in colpevole ritardo in chiusura. Ultime ‘topiche’ di una lunga serie di errori, amnesie, disattenzioni varie che hanno spesso penalizzato i viola in stagione. È il primo aspetto su cui ha posto l’attenzione Galloppa parlando da allenatore ad interim, così come aveva insistito spesso sull’argomento anche Pioli. Che però non era mai riuscito a trovare soluzioni adeguate. Le leggerezze con il Bologna, le ingenuità con Inter e Milan, le marcature in ritardo contro la Roma, fino alle gestioni folli delle palle inattive o degli uno contro uno. In tutte le partite. Questione di reparto e di sbavature dei singoli.
PUNTI PERSI. Anche così la Fiorentina si ritrova all’ultimo posto con soli 4 punti in classifica. Da quel gol preso nel recupero a Cagliari al 2-1 al 90′ di Mainz, una lunga serie di punti persi da situazioni di vantaggio. Addirittura undici in campionato, tre quelli invece in Conference dopo la trasferta tedesca. Le rimonte fatte? Quella con il Bologna e quella con il Polissya al ritorno. Stop. Una squadra fragile e troppe volte sbadata. Su questo dovrà lavorare, e tanto, Paolo Vanoli. Distanze, testa, legami tra giocatori e reparti. Cambiare modo di difendere, su azione e su palla inattiva.
DIFESA DA ZONA EUROPA… A Torino il ‘martello’ Vanoli (così lo definiscono in tanti) aveva puntato forte su questi tasti, e a fine anno – a fronte di una fase offensiva a volte deficitaria, anche per le scelte di Cairo di (non) sostituire adeguatamente Zapata – i numeri difensivi sono stati da zona Europa. 45 l’anno scorso i gol subiti, 4 in più della Fiorentina di Palladino, ma 2 in meno del Bologna e 4 in meno della Lazio, 2 in più del Milan. Con ben 11 clean sheet in 40 gare stagionali per i granata: numeri discreti, considerato che i viola erano arrivati a 12 in campionato. Andando nello specifico, quando Vanoli aveva impiegato il 3-5-2 (nella prima parte di stagione), il Torino aveva subito 26 gol in 21 partite, con 7 clean sheet. Numeri discreti, come i 19 gol subiti (e 8 clean sheet) in 20 gare al Venezia con lo stesso sistema di gioco (che portò alla promozione due anni fa).
…MA CON LE MANI DI MILINKOVIC-SAVIC. Insomma, senza particolari ‘fenomeni’ in difesa da questo punto di vista i risultati sono stati buoni. Tenendo conto che Vanoli a Torino aveva a disposizione Maripan, Coco, Masina, Walukiewicz: non certo delle cime, anzi. Certo, non che i vari Pongracic, Pablo Marì, Ranieri, Comuzzo e compagni abbiano fornito troppe garanzie. Ma con un approccio diverso i risultati possono essere certo migliori. Nei numeri del Torino 2024/2025, in ogni caso, pesa anche il rendimento di Milinkovic-Savic. Lui sì, decisamente sopra la media nella scorsa stagione, tanto da convincere il Napoli ad investire in maniera importante in estate. Nelle pieghe dei dati, infatti, si nota come i granata siano stati insieme alla Roma la squadra ad avere lo scarto più netto tra xG e gol subiti, con ben 14 gol incassati in meno rispetto a quanti ci si poteva aspettare dalla pericolosità degli avversari (dati Whoscored). Segno che Milinkovic-Savic da una parte e Svilar dall’altra sono stati più volte decisivi. Non solo, perché il Torino è stata a fine anno la 5° peggior squadra per tiri subiti (media di 13,9 a partita), con Milinkovic-Savic il portiere con più parate a partita (e più parate su tiri dall’interno dell’area di rigore). Da questo punto di vista, insomma, servirà anche il contributo di un leader come De Gea per alzare il livello di tutta la fase difensiva viola.
Di
Marco Pecorini