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Repubblica – Franchi, giudizio errato sui saggi geologici. Pali piantati con 8 mesi di ritardo

Terreno diverso da come ci si aspettava, le ditte hanno dovuto cambiare macchinaro. Il geologo Lazzeri: “Così i tempi si allungano a dismisura”

“È come se avessero provato a inserire una vite con le mani, quando serviva un trapano” scherza qualcuno dei ben informati sulla vicenda stadio Franchi. Era l’ottobre 2024 quando a Palazzo Vecchio venne recapitata la notizia che indicava come il substrato del terreno di Campo di Marte fosse più duro da scavare di quanto previsto. Oggi che la vicenda è definitivamente esplosa, sembra che molti dei ritardi vadano attribuiti a un errato giudizio sui saggi geologici, forse troppo ottimistici riguardo la friabilità del terreno. Così scrive La Repubblica.

TERRENO. Tra i «fattori» dei ritardi, Funaro aveva incluso proprio le difficoltà «nella realizzazione dei pali ad elica previsti in progetto», con la «conseguente necessità di cambiare la tipologia costruttiva utilizzando pali trivellati a causa delle particolari e impreviste caratteristiche del sottosuolo dell’area di Campo di Marte». Si tratta di 136 pali, utili a sorreggere le gradinate della curva e della tettoia, che sono stati piantati con otto mesi circa di ritardo, terminando nelle scorse settimane anziché a febbraio. Per scavare è stato necessario approvvigionarsi di una nuova macchina, arrivata solo a febbraio. «Sgomberiamo il campo da equivoci – spiega Luciano Lazzeri, uno dei più esperti geologi fiorentini al di fuori del centro storico a Firenze non ci sono terreni rocciosi, ma essendo un terreno alluvionale è frequente trovare grossi ciottoli. Probabilmente è stato proprio l’incontro con un orizzonte di ciottoli ad aver reso impraticabile la tecnologia che era stata pensata all’inizio, quella della rotazione. Sono incidenti che posso no capitare – confida – però non possono che derivare da una mancata conoscenza o mancati approfondimenti sul sottosuolo di Firenze».

PRECEDENTI. Successe anche per la Tav, il passante sotterraneo dell’Alta velocità che inizia proprio da Campo di Marte, oppure – ricorda Lazzeri – per i parcheggi sotterranei di Sant’Ambrogio e Santa Maria Novella, «che dovevano avere un piano interrato in più. Quando ci si imbatte in questo tipo di problemi – conclude – i tempi si allungano a dismisura perché si devono rivedere gli appalti, fissare nuovi prezzi e possono sorgere contrasti tra il committente e le ditte incaricate. Non si tratta solo di sostituire i macchinari, ma di questio nilegali»

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