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Gazzetta – Pioli ritorna nello stadio in cui fu re. Ballottaggio Gudmundsson-Fagioli

Il tecnico parmigiano sarà l’applauditissimo grande ex della serata. Il suo obiettivo primario, però, è il primo successo in campionato

La sensazione è che glielo faranno ugualmente. “Pioli is on fire” e tutti a cantare. Perché Stefano Pioli, tecnico che ha dato l’ultimo scudetto al Milan nella primavera del 2022, da quelle parti sarà sempre benvenuto e benvoluto. Ieri sera una delegazione del Milan club Old Clan lo ha raggiunto nell’hotel in cui alloggia la Fiorentina per consegnargli una targa. Il tricolore strappato ai cugini, arrivati neroazzurri nel 2022 ha ancora un sapore pazzesco. Per questo oggi Pioli, quando entrerà a San Siro da tecnico della Fiorentina, rimettendo piede su quel prato in cui fu re, sarà applaudito. Anche perché ha due ricorrenze importanti: taglia il traguardo delle 500 panchine in serie A. E domani compie 60 anni. Vorrebbe festeggiarle come si deve. Lo scrive La Gazzetta dello Sport.

VITTORIA. Restando ai cori da stadio, Pioli vorrebbe in verità sentirne uno solo domani sera. Quello dei circa 800 tifosi viola che raggiungeranno il capoluogo lombardo. “Una vittoria, vogliamo una vittoria“. È l’unica cosa che chiede e desidera l’allenatore parmigiano riportato in Italia dopo un’esperienza araba che gli ha indubbiamente cambiato la vita – almeno dal punto di vista economico – dal club di Rocco Commisso per volere del ds Daniele Pradé, che in estate non ha mai pensato ad altro tecnico oltre che a lui. Tre anni di contratto a tre milioni a stagione. Innanzitutto per questo motivo, chi, dopo sei giornate con tre soli pareggi esterni e tre sconfitte in casa, si interroga sul destino e la destinazione di Pioli deve mettersi l’anima in pace. Almeno fino alla prossima sosta del 9 novembre. L’investimento è importante, quasi quanto i 92 milioni spesi sul mercato. Pioli non la vive bene, ma i segnali confortanti nella partita persa prima della sosta con la Roma gli danno fiducia.

SCELTE DI FORMAZIONE. Si riparte dalla difesa a tre con Pongracic, recuperato dopo la botta rimediata con la sua Croazia, Marì e Ranieri. Dai due esterni Dodo e Gosens, che devono dare di più. Dai due uomini in mezzo Mandragora e la mente Nicolussi Caviglia. Davanti, Fazzini sembra certo del posto. Gudmundsson, che si è rifatto con l’Islanda (due gol), un po’ meno. Fagioli lo insidia per contrastare l’idolo Modric, davanti al suo mentore Allegri. Davanti tutto dipende da come starà questa mattina Kean. Il modulo con i due trequartisti permette qualche giocata in verticale in più, perché Nicolussi può lanciare la punta nello spazio, con Gud e Fazzini che possono rendersi utili come suggeritori e risolutori. Ma un centrocampista in più potrebbe togliere respiro al cervello croato. Anche se Pioli, sconfitto immeritatamente dalla Roma il 5 ottobre, sa che conta tanto la buona sorte e lo ha detto: “Se c’è un Dio nel calcio spero che abbia un occhio di riguardo.

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